L’ordine mondiale unipolare è finito: Stati Uniti e Russia tornano alla Guerra Fredda

L’ordine mondiale unipolare è finito: Stati Uniti e Russia tornano alla Guerra Fredda

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Dynkin ha sottolineato che “l’infinita espansione della NATO verso est si è scontrata con la resistenza della Russia”.
“Nei suoi tentativi di mantenere la propria posizione dominante nel mondo e di mantenere l’attuale livello di consumo interno, gli Stati Uniti, in soli due decenni del XXI secolo, hanno rovinato 16 importanti accordi e istituzioni di governo globale, quelli riguardanti il controllo degli armamenti, il clima, l’economia globale e l’Artico”, ha continuato. “I trattati e le organizzazioni internazionali liquidati avevano una caratteristica comune: o l’assenza del dominio degli Stati Uniti o il principio di priorità o consenso dell’attività”.

Questa “triste verità”, ha detto Dynkin, indica che le realtà politiche che non si adattano alle narrazioni ideologiche occidentali vengono trascurate, mentre “le competenze più professionali spesso rimangono inutilizzate a causa di risorse geostrategiche esorbitanti”.

“La ragione di questi fallimenti, tra l’altro, può essere vista nell’ossessione per il modello di pianificazione strategica esclusivamente occidentale-centrica e nei tentativi di costruire gli scenari dello sviluppo mondiale interamente sull’esperienza storica europea o transatlantica. Iraq, Siria, Libia e la catastrofe afgana sono state le drammatiche pietre miliari di tale testardaggine ideologica e continua sfida alla realtà. Ora tocca all’Europa dell’Est e all’Ucraina”, ha detto lo studioso.

Dynkin ha indicato quelli che ha descritto come “cambiamenti drammatici” in atto nella politica interna delle società occidentali.
“La disuguaglianza è cresciuta negli ultimi 40 anni. Originariamente confinata alla sfera umanitaria, la disuguaglianza ha ora acquisito anche dimensioni ambientali, epidemiologiche e digitali. Durante l’intero periodo in esame l’indice globale di sviluppo umano è in calo da due anni consecutivi. Nel 2020 e nel 2021 è diminuito in oltre il 90% dei paesi in tutto il mondo”, ha ricordato Dynkin. “Questo è anche un chiaro segno che il contratto sociale in vigore da secoli nella parte sviluppata del mondo è ormai scaduto. In base a quel contratto, ogni generazione successiva era più prospera della precedente. Oggi questa formula di contratto sociale funziona molto meglio in Eurasia che nell’area euro-atlantica, che si vede molto bene in Vietnam, Uzbekistan, India, Malesia e così via.

Fonte: TASS, Saker Italia

Foto: © Artyom Korotayev/TASS

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