Protesta del popolo Mapuche

Protesta del popolo Mapuche

Spread the love
Tempo di lettura: 3 min

di Claudio Rojas dal Cile
La Comunità WeNewen denuncia che dal 13 maggio 2020 è sotto assedio, vittima di persecuzioni e minacce da parte della polizia militarizzata cilena. La violazione dei diritti fondamentali è aggravata dalla pandemia mondiale causata dal COVID-19 che ha lasciato senza protezione le comunità di Wajmapu e le persone più umili del nostro paese.
È più che evidente che dall’inizio di questa pandemia, lo Stato cileno ha difeso solo gli interessi economici neoliberali, capitalisti, coloniali ed estrattivisti a discapito del benessere della gente, violando trasversalmente l’intera società, intensificando di conseguenza la propria politica di terrorismo di Stato da parte del partito al potere, messa in atto dopo l’esplosione sociale, o rivoluzione di ottobre, avvenuta in Cile nel 2019.
Vogliamo denunciare e ripudiare l’aumento della presenza di polizia e di apparati militari dispiegati dall’inizio della pandemia del COVID-19 sul territorio mapuche poiché, come sappiamo, i principi di “ordine e sicurezza” dello Stato, reprimono e violano le loro comunità e non proteggono le persone dal contagio, ma al contrario, proteggono l’attività estrattiva che lavora senza sosta nonostante l’emergenza sanitaria. Lo Stato non ha disposto nè protocolli medici nè statistici riguardo l’incidenza del COVID-19 nelle comunità e le aree rurali del nostro paese. L’ostilità delle forze armate contro il nostro popolo mapuche non si traduce solo in sistematici attacchi contro varie comunità degli ultimi mesi, ma dimostra anche la storica repressione da parte dello Stato cileno verso il nostro popolo.
Di fronte a questo stato di cose, gli artisti mapuche, gli altri artisti che hanno aderito alla causa che ha avuto origine nel 2018, dopo l’omicidio di Camilo Catrillanca, e coloro che hanno lavorato per dare visibilità alle denunce delle varie situazioni di ingiustizia vissute dal popolo mapuche nel corso della storia del Cile, hanno dichiarato quanto segue:
1. – Denunciamo il silenzio del governo di Sebastián Piñera e dei media ufficiali sull’assassinio Werken Alberto Alejandro Treuquil. Esigiamo sia fatta luce sui fatti mediante i giusti processi di indagine e giudiziari e che i colpevoli vengano trovati.
2. – Ripudiamo l’azione violenta della polizia cilena contro le ‘hortaliceras’ (venditrici mapuche) alla fiera Pinto della città di Temuco, nella regione dell’Araucanía. Il lavoro delle ‘hortaliceras’ che risale alla nostra pratica ancestrale di scambio chiamata xafkintu, e oggi fornisce il sostentamento fondamentale per molte famiglie durante la crisi del COVID-19, evidenzia l’abbandono economico nel quale si trovano le ‘hortaliceras’ mapuche. Riteniamo il sindaco Miguel Becker responsabile del razzismo contro le nostre lamngen.
3. – Sosteniamo le richieste del Machi Celestino Córdoba affinché possa scontare la sua condanna nel suo rewe, (altare, albero sacro) all’interno del suo territorio. Chiediamo la fine della persecuzione giudiziaria e che venga concessa la libertà per gli altri otto prigionieri politici mapuche in sciopero della fame da 49 giorni, e che si sospenda l’applicazione della Legge Antiterrorista, che genera vizi e vuoti legali che noi denunciamo come razzisti, una legge che è stata creata dalla dittatura civile-militare di Augusto Pinochet nel 1984, e che ancora oggi continua ad essere applicata.
4. – Esigiamo che l’assassino del weichafe Camilo Catrillanca sconti la sua condanna in prigione. Ci sembra aberrante che lo Stato cileno lo abbia compensao, rivelando non solo un atteggiamento di gratitudine per la sua grave mancanza di protocollo, ma rendendo evidente anche il razzismo e la persecuzione verso il nostro Popolo-Nazione con la sua politica di terrorismo di Stato.
5. – Facciamo un appello a tutti gli artisti e i movimenti mapuche, ‘champurria’ o non mapuche di rafforzare le loro comunità contro una nuova ondata di terrorismo di stato, collaborando attivamente con gli altri che ne hanno bisogno in questo momento così complesso.
Pretendiamo rispetto verso le nostre autorità ancestrali, verso il nostro itrofilmongen (biodiversità). Pretendiamo il riconoscimento, e la dignità per il nostro popolo Mapuche e per il popolo cileno che da ottobre rivive gli orrori della dittatura, che purtroppo il nostro popolo vive da oltre 500 anni. Tuttavia siamo ancora vivi, recuperando la nostra lingua, la nostra cosmovisione e la cultura. Continueremo a lottare instancabilmente per il rispetto della vita degli esseri umani e della nostra natura.
Territorio, giustizia e libertà!
Marichiweu.

Foto di copertina: www.remolinopopular.com

Fonte: Antimafiaduemila

Mondo Società