11 settembre 1973, Pinochet bombarda ”La Moneda”. In Cile è golpe

11 settembre 1973, Pinochet bombarda ”La Moneda”. In Cile è golpe

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Ebbe inizio alle prime luci dell’alba dell’11 settembre 1973 con i caccia che bombardavano il palazzo presidenziale de “La Moneda” di Santiago Del Cile e la marina che si ammutinava a Valparaiso. Poi l’assalto dei carri armati del generale Augusto Pinochet che terminò con l’uccisione di Salvatore Allende. Finiva così, nel sangue, la grande esperienza democratica di ‘Unidad popular’ che aveva portato le sinistre al governo in Cile. Al suo posto venne istaurato un regime fascista e sanguinario che durò 17 lunghi anni, dal 1973 al 1990. La giunta militare per mano della Dirección de Inteligencia Nacional (DINA) soffocò e represse dissidenti politici, attivisti, studenti, e socialisti. 3000 i cileni uccisi o fatti sparire negli anni della dittatura. Per ricordare quel tragico giorno per il Cile e tutto il Sud America riproponiamo un editoriale di Giorgio Bongiovanni.

L’11 settembre è una di quelle date che rimangono scolpite nella memoria. No, non parliamo dell’attentato del 2001 alle Torri Gemelle di New York ma di un altro episodio grave che ha sconvolto un Paese sudamericano come il Cile: un vero e proprio attentato contro la democrazia.
In quella data, infatti, con un colpo di Stato le forze armate guidate da uno dei più grandi “Giuda” che l’umanità ricordi, Augusto Pinochet, con il sostegno e la protezione dei servizi segreti americani della CIA e del Governo USA, rovesciarono il governo socialista di Salvador Allende, morto durante l’assedio al palazzo presidenziale.

Pinochet era stato nominato da Allende il 23 agosto 1973 come generale capo dell’esercito proprio per difendere e sostenere la democrazia. Invece, con quel colpo di mano criminale, assieme ad alti funzionari corrotti, militari e cittadini, tradì la patria dando vita ad una delle più atroci, feroci e sanguinarie dittature della storia del Sud America.
Assassinii, torture,  persecuzioni, sequestri, l’utilizzo di campi di concentramento e l’uso indiscriminato della violenza caratterizzarono un regime “nazista” che non aveva nulla da invidiare a quello messo in atto in Germania da Adolf Hitler ed i suoi gerarchi (su tutti “l’angelo del male” Heinrich Himmler). Tra i giornalisti che coraggiosamente raccontarono quel che stava avvenendo nel Paese sudamericano vi è Italo Moretti, inviato della Rai, che mentre altri raccontavano spudorate bugie e menzogne mostrava i fatti. E’ noto che subito dopo il golpe, lo Stadio Nazionale di Santiago venne trasformato in un enorme campo di concentramento dove, nel corso di quei primi mesi, vennero torturate e interrogate migliaia di persone. Moltissime donne vennero stuprate dai militari addetti al “campo” e migliaia di persone scomparvero nel nulla. Nonostante le accuse formali di genocidio, terrorismo e tortura, nonostante le prove sui crimini perpetrati durante la dittatura, morì in libertà, per un attacco di cuore, a 91 anni il 10 dicembre del 2006.
Dal 1973 ad oggi cosa è cambiato nel Mondo? Poco se si guarda all’operato degli Stati Uniti d’America che ancora oggi adottano le medesime metodologie foraggiando e sostenendo per i propri interessi golpi militari, guerre e soprusi.
Forse qualche cambiamento si manifesta all’interno della Chiesa, all’epoca molto vicina a quel sistema di potere gerarca e fascista. Papa Giovanni Paolo II, reso santo dagli uomini ma non sappiamo se da Dio, nell’aprile del 1987 si recò in Cile e ancora oggi non mancano le polemiche per l’affacciarsi del Santo Padre al balcone del Palazzo della Moneda con il generale e la benedizione impartita, nel cortile interno dello stesso palazzo, ai funzionari del governo. Tra questi anche il dittatore sanguinario. A differenza di allora, oggi, c’è un altro Santo Padre, Papa Francesco, che non tollera la violenza, né politica né religiosa, che abolisce le dittature persino riconoscendo che in Argentina, durante la dittatura del generale Videla, il clero non aiutò i desaparecidos torturati ed uccisi.
A quarantaquattro anni di distanza, in un Mondo che è focolare di guerre interne, c’è anche questo 11 settembre da ricordare, guidati da quella speranza che è ultima a morire. Quindi “nunca mas” dittature sanguinare. “Resistimos”, nella speranza che la “profezia” di Allende, pronunciata nel suo ultimo discorso, si avveri: che, prima o poi, “ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento”.

Tratto da: Antimafiaduemila

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