Open Arms, facciamo il punto della situazione

Open Arms, facciamo il punto della situazione

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Al largo di Lampedusa ci sono per ora ormeggiate due imbarcazione che si chiamano entrambe Open Arms. La prima è quella che ospita i 147 migranti, l’altra è un veliero con lo stesso nome che fa da supporto all’altro natante. Il nuovo divieto di ingresso per Open Arms nelle acque territoriali italiane, deciso dal Viminale dopo che il Tar del Lazio ha sospeso il precedente stop, riporta solo la firma del ministro Matteo Salvini a non quella della ministra della Difesa Elisabetta Trenta e del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. La mancata firma dei due ministri ha di fatto reso inefficace il secondo divieto di ingresso perchè, in base a quanto prevede il decreto sicurezza bis, il provvedimento deve essere adottato dal responsabile del Viminale “di concerto con il Ministro della difesa e con quello delle infrastrutture e dei trasporti, secondo le rispettive competenze, è data notizia al Presidente del Consiglio dei ministri”. Diverso è il permesso di sbarcare, negato allo stato a Open Arms, che tecnicamente è concesso dalla Prefettura, dunque dal Viminale, che poi deve predisporre l’accoglienza. Contro la decisione del Tar del Lazio di sospendere il divieto di ingresso nelle acque italiane per la Open Arms, perchè si ravvisa “una situazione di eccezionale gravità e urgenza” nonchè “un vizio di eccesso di potere per travisamento dei fatti e di violazione delle norme di diritto internazionale del mare in materia di soccorso”, il ministro Salvini ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.
In una lettera aperta il presidente Conte scrive: “Con mia enorme sorpresa, ieri hai riassunto questa mia posizione attribuendomi, genericamente, la volontà di far sbarcare i migranti a bordo.
Comprendo la tua fedele e ossessiva concentrazione nell’affrontare il tema dell’immigrazione riducendolo alla formula “porti chiusi”. Sei un leader politico e sei legittimamente proteso a incrementare costantemente i tuoi consensi. Ma parlare come Ministro dell’Interno e alterare una chiara posizione del tuo Presidente del Consiglio, scritta nero su bianco, è questione diversa.
È un chiaro esempio di sleale collaborazione, l’ennesima a dire il vero, che non posso accettare.”
E ancora il premier afferma:”Abbiamo sempre lavorato intensamente, coinvolgendo anche il Ministro Moavero, per rendere più efficace il meccanismo dei rimpatri per i migranti che non hanno diritto ad alcuna protezione.
Mi batterò sino all’ultimo giorno perché si affermi un meccanismo europeo, da applicare in via pressoché automatica, per operare una redistribuzione che veda tutti i Paesi dell’Unione pienamente coinvolti, in modo da evitare che i Paesi di primo sbarco, come l’Italia, siano abbandonati a se stessi.
Pur in attesa che si attui questo meccanismo europeo, sono sempre personalmente intervenuto, con gli altri Paesi europei, per pretendere e ottenere una redistribuzione dei migranti che sono sbarcati nei nostri porti.”
La risposta tempestiva del ministro Salvini che ribadisce la volontà di tenere i porti chiusi, in particolare nel suo post di risposta afferma: “eggo con stupore che Lei mi rimprovera una “ossessione” per i “PORTI CHIUSI”, parla di rabbia, slealtà, ansia, foga e altro ancora. (…) Con me i porti sono e rimarranno CHIUSI ai trafficanti e ai loro complici stranieri.
Ed è chiaro che, senza questa fermezza, l’Unione Europea non avrebbe mai mosso un dito, lasciando l’Italia e gli Italiani soli come ha fatto negli anni dei governi di Renzi e del Pd.”
Per noi di VivereInformati l’unica cosa veramente importante da fare per risolvere il problema dell’immigrazione sarebbe quella di smettere di alimentare sia i conflitti militari che le razie delle nostre multinazionali nei territori dai quale queste persone partono. Strategie che prevedano solamente l’apertura o la chiusura dei porti si rivelano nel medio lungo periodo inefficaci nel costrastare il fenomeno. Lo dimostrano i dati oggettivi, perchè potranno anche calare o aumentare il numero di persone che riescono a sbarcare in Italia ma il vero dato che sostanzialmente non cambia sono il numero di partenze, sintomo del fatto che nessuna soluzione effettivamente risolutrice è stata messa in atto fino ad ora.

A cura di VivereInformati

Cronaca Italia Politica