Mi chiedono angosciati delle borse – Pasquale Cicalese

Mi chiedono angosciati delle borse – Pasquale Cicalese

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Tempo di lettura: 2 min

Di Pasquale Cicalese

Mi chiedono angosciati delle borse. Ora la faccio io una domanda. Quanti anni avete, 50, 55, 60? se si, vi ricorderete che i telegiornali negli anni settanta manco parlavano della borsa, i giornali mettevano la notizia a pagina 20, nessuno la calcolava. Perchè? Perchè dopo il 29 era un cadavere vivente, nessuno ci faceva caso, così come a confindustria la Prima Repubblica gli dava qualcosa e l’azzittiva. Il risparmio italiano era al 28% del reddito, tutto buttato nelle case. Compravano titoli di stato italiani e case, tante case. E lavoravano tutti, muratori, falegnami, idrauiuci, produttori di elettrodomestici e mobili. Un esercito che si basava sul risparmio degli italiani, che non calcolavano proprio la borsa, non mettevano li i risparmi. Ho tanti amici i cui genitori con i risparmi di una vita hanno comprato casa per i loro figli. Conoscevo una ragazza il cui padre era operaio e la madre bracciante agricola, decine di milioni di lire in titoli di stato e casa di proprietà. Poi sono venuti Andreatta, Ciampi, Draghi, Amato, Prodi che hanno detto agli italiani che i titoli di stato erano roba vecchia e che la borsa era figa, con i media a fare da megafono. Negli anni settanta il 50% dell’apparato industriale era pubblico e quasi tutto il sistema finanziario era statale, ci furono lotte sociali e Tina Anselmi varò la 285/77 con la qaule si assunsero presso la pubblica amministrazione 1 milione di disoccupati e l’anno dopo varò il sistema sanitario nazionale. Il debito pubblico non faceva paura perchè aveva rendimenti positivi e gli italiani mettevano i soldi li, con un ritorno economico che faceva da motore all’economia. Chi ha una certa età abbia memoria, chi non ce l’ha, quando finirà l’emergenza, vada in una biblioteca pubblica e legga cos’era la gloriosa e tragica Prima Repubblica.

Fonte: L’Antidiplomatico

Fonte foto: Biografieonline

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