Strage Macerata, Cassazione conferma condanna Traini a 12 anni

Strage Macerata, Cassazione conferma condanna Traini a 12 anni

Spread the love
Tempo di lettura: 2 min

La Cassazione ha confermato la condanna a 12 anni di reclusione per  Luca Traini, il 31enne è accusato di aver sparato a sei migranti, ferendoli, il 3 febbraio 2018 a Macerata, con l’aggravante dell’odio raziale.

La Suprema Corte ha anche confermato il diritto al risarcimento per le vittime e per le parti civili. Tra queste, il comune di Macerata e la struttura territoriale del Pd contro la cui sede l’imputato sparò dei colpi. Anche il sostituto pg di Cassazione Marco Dall’Olio aveva sollecitato davanti giudici della sesta sezione penale di Piazza Cavour la conferma a 12 anni.

Il ‘Lupo di Macerata’ – che allora rivendicò la sparatoria dicendo di voler vendicare il delitto di Pamela Mastropietro – nell’ottobre del 2018 è stato condannato in primo grado, con rito abbreviato, a 12 anni per i reati di strage aggravata dall’odio razziale e porto abusivo d’arma. Condanna poi confermata in Appello nel 2019.

Segui Vivere Informati anche su FacebookTwitter e Instagram per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie dall’Italia e dal mondo

“È corretto definire strage ciò di cui ci stiamo occupando oggi – ha detto il pg durante la sua requisitoria – Traini voleva uccidere un numero indeterminato di persone”. Per questo, il magistrato ha ricordato la “sequenza impressionante di colpi, con 17 bossoli e 14 frammenti di proiettili rinvenuti”, sparati “a distanza ravvicinata e ad altezza d’uomo”, rivolti “verso persone, esercizi commerciali e anche verso la sede di un partito”. “Chiunque – ha rilevato il pg Dall’Olio – si fosse trovato a passare di là, sarebbe potuto essere attinto dai colpi”. “Nel comportamento di Traini non c’è odio razziale, i neri vengono identificati da lui come i responsabili dello spaccio di droga nella provincia di Macerata e come responsabili della morte di Pamela Mastropietro, potevano essere anche gialli o pellerossa e il discorso sarebbe stato lo stesso”, inoltre “non c’è stata una strage perché il reato richiede l’indeterminatezza delle persone offese”, ha invece sottolineato nella sua arringa l’avvocato Franco Coppi, difensore di Luca Traini. Ma secondo Coppi Traini ha voluto “ergersi a vendicatore in preda ad un raptus emotivo di cui si dovrebbe tenere conto”.

Tratto da: Repubblica

Giustizia Italia