La marina si esercita al largo di Cipro

La marina si esercita al largo di Cipro

Spread the love
Tempo di lettura: 3 min


Lorenzo Vita

La Marina militare italiana si muove a largo delle acque di Cipro. Dopo una sosta a Larnaca, la fregata missilistica Federico Martinengo svolgerà un’esercitazione di tipo Passex nelle acque bollenti del Mediterraneo orientale per blindare i rapporti con le flotte di Francia e Cipro. Partner essenziali per la strategia mediterranea italiana, specialmente in un settore così fondamentale come quello del Levante, dove le risorse energetiche sono una chiave imprescindibile per comprendere i delicati equilibri geopolitici della regione e in cui l’Italia è direttamente coinvolta sia per le esplorazioni di Eni sia per gli accordi sui futuri gasdotti che solcheranno quei fondali.

L’esercitazione “Cyp/ Fra/It 2019”, che si svolge nelle acque della Zona economica esclusiva cipriota, è un segnale importante. L’Italia c’è e “avverte” le potenze regionali della sua presenza, soprattutto in un momento in cui la Turchia di Recep Tayyip Erdogan appare sempre meno interessata al rispetto degli accordi internazionali, in particolare in quelle acque antistanti Cipro e in cui è coinvolta Eni, e soprattutto in un momento in cui l’accordo sulla Zee tra Tripoli e Ankara mette a repentaglio la tenuta degli equilibri dell’intero bacino del Mediterraneo allargato. Il governo libico di Fayez al Serraj, firmando il memorandum d’intesa con il governo turco, ha provocato un cambiamento sostanziale negli assetti strategici del Mediterraneo centrale e orientale. La Grecia ha già condannato la decisione di Tripoli, Cipro è preoccupata dall’idea che Ankara continua a ritenere di sua stretta sovranità aree che spettano al governo dell’isola, e l’Europa tace.

L’Italia si trova in una posizione estremamente delicata. In quelle acque opera Eni, e già l’anno scorso Erdogan ha tuonato contro le nostre attività bloccando la nave Saipem 12000, mentre in Libia ha sostenuto per anni Serraj trovandosi però sempre più marginalizzata grazie (anche) alla continua penetrazione turca nell’area sotto il fragile controllo del governo di Tripoli. La Francia, invece, ha da tempo messo gli occhi su Cipro: dapprima l’ha fatto con un accordo per una base militare per la propria flotta nell’isola: e adesso, invece, il rinnovato asse con Nicosia significa per Parigi anche inviare un avvertimento a Erdogan che, in Libia, si trova sul fronte opposto, schierandosi più o meno apertamente con Khalifa Haftar.

Il pattugliamento della Zee di Cipro insieme alla marina cipriota e a quella francese è perfettamente inserito nel quadro delle politiche di Diplomazia Navale che è uno strumento essenziale per l’Italia per rafforzare le partnership strategiche. La maggior parte delle risorse energetiche e commerciali che giungono in Italia, lo fanno attraverso il Mediterraneo. Ed è anche per questo motivo che l’Italia dà il via a queste esercitazioni: non solo per confermare la propria presenza nel Mare Nostrum, ma anche per ribadire che tramite la Marina può giocare un ruolo essenziale e, come spiegato anche dal comunicato, difendere “gli interessi nazionali”. Interessi che – è evidente – sono messi seriamente in pericolo dalle manovre turche nell’area dal momento che, con l’invio delle navi per le perforazioni petrolifere nelle acque di Cipro, con l’accordo per la Zee libica, e con una presenza sempre più massiccia a Tripoli (politica, di intelligence, ma anche, come confermato di recente, militare) sta “circondando” Roma e gli interessi strategici italiani.

Ovviamente l’esercitazione è programmata da tempo: ben prima che Erdogan decidesse di firmare l’intesa con Serraj e anche prima che le notizie dalla Libia facessero temere una penetrazione ormai costante nelle file dell’esercito di Serraj. Ma la situazione è bollente e queste manovre, svolte con la Marine nationale e con la flotta cipriota, assumono chiaramente un significato preciso: ricordare che Roma ha, come tutti i suoi partner e rivali del Mediterraneo, interessi da tutelare anche attraverso lo strumento della Marina, appunto quella Naval Diplomacy spesso dimenticata dai nostri governi. In un momento in cui la Grecia pubblica foto di caccia che puntano le fregate turche, la Francia blinda Cipro con una base navale e quando la Libia è sul punto di rovesciarsi, ricordare la presenza italiana in quelle acque e frenare le velleità turche diventa necessario. Il rischio è troppo elevato.

Fonte: InsideOver

Cronaca Guerra