La mafia vuole uccidere Gratteri: rafforzata la scorta

La mafia vuole uccidere Gratteri: rafforzata la scorta

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di Davide de Bari
Dopo l’operazione “Rinascita-Scott”, che ha spezzato i “fili” che collegano ’Ndrangheta e massoneria deviata, il nemico numero uno ora è il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri. Proprio per questo fatto, il magistrato si trova a correre un rischio ancora più alto rispetto al passato. Ecco perché da qualche giorno la scorta del procuratore è stata decisamente rafforzata. Non solo blindando le finestre del suo ufficio e aumentando dotazioni e sistemi di sorveglianza, ma anche fornendo, secondo le indiscrezioni, auto corazzate, quindi sicure in caso di attentato di alta entità con esplosivo. Oltre all’aumento delle misure di sicurezza, sono stati eliminati gli incontri pubblici di Gratteri che potessero comportare dei rischi. Questa è stata la decisione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica riunitosi in prefettura a Catanzaro. Secondo le indiscrezioni delle autorità locali le più importanti cosche di ’Ndrangheta si sarebbero già attivate nominando un killer che dovrebbe assassinare il procuratore.
Ma chi vuole la morte del procuratore capo della Dda di Catanzaro? Secondo gli investigatori i sospetti porterebbero dritti verso quel “sistema” mafioso-massonico che Gratteri in Calabria vuole eliminare. Da oltre trent’anni sotto scorta, Gratteri ha diretto, oltre all’inchiesta “Rinascita-Scott”, anche altre operazione come “Thomas”, come anche l’apertura di tanti fascicoli e inviati ad altre procure per competenza. Che Gratteri e le sue inchiestae siano scomode a quel “sistema criminale” lo si comprende anche dalla poca risonanza mediatica che gli sono state date. Oltre a questo, si aggiungono gli attacchi e le delegittimazione, che trasmettono un chiaro messaggio: quei personaggi appartenenti all’area grigia sono “intoccabili”.
Non è la prima volta che il procuratore capo di Catanzaro è il bersaglio prediletto delle ‘ndrine. Già nell’operazione “Malapianta”, all’interno delle intercettazioni si leggevano delle chiare minacce di un attentato nei confronti del magistrato: “Guagliò uno di questi… uno… na botta… uno di questi è ad alto rischio ogni secondo! Un morto che cammina! Ma lui lo ha detto. Pare che non lo ha detto! Io lo so che cammino con la morte sempre sulle spalle! Eh… Falcone come è stato. Quando ha superato il limite, se lo sono cacciato!”. Come anche l’operazione “Infectio” che ha portato alla luce un altro progetto d’attentato nei confronti di Gratteri mentre si recava sempre a Crotone. “Ha messo tutti in galera” dicevano i fratelli Antonio e Natale Ribecco, esprimendo quanto le ’ndrine ce l’avevano con il magistrato.
“Ieri ed oggi quanti organi di informazione hanno scritto o comunicato di questo grave allarme sull’incolumità del procuratore Gratteri? – ha scritto su Facebook il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra – Veniamo distratti dalle pantomime grottesche dei citofonisti d’assalto, dalle polemiche tradizionalmente ricorrenti su Sanremo, ma dobbiamo rimuovere quanto sta, faticosamente, avvenendo in Calabria. Magistrati trasferiti ed indagati, poliziotti e carabinieri infedeli allo Stato arrestati, scorta ulteriormente rafforzata a Gratteri, ma tutto va bene nella punta dello stivale. E poi ogni tanto ci dicono che la ‘Ndrangheta è diventata la mafia più potente al mondo! Che seccatura”.

Fonte: Antimafiaduemila

Cronaca Italia