Crolla il prezzo del petrolio, rasa al suolo la nuova industria petrolifera Usa

Crolla il prezzo del petrolio, rasa al suolo la nuova industria petrolifera Usa

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Tempo di lettura: 2 min

Di Pino Cabras*

Quando una crisi è una crisi di sistema, anche un evento gigantesco come la pandemia Covid19 va visto come un pezzo limitato di uno scenario più vasto, dove un evento ne innesca altri su scala planetaria e si regolano i conti (a lungo rinviati).
Con il crollo di ieri (assurdo, catastrofico, senza precedenti) del prezzo del petrolio, abbiamo già un effetto sistemico raddoppiato della crisi pandemica. Può succedere di tutto: è rasa al suolo la nuova industria petrolifera Usa e ci sono decine di grandi banche esposte in tutto per trilioni di dollari.
I titoli di debito spazzatura del settore petrolifero, usati a garanzia delle acrobazie più spericolate di certa finanza corsara, esplodono in modo drammatico, tanto da minacciare di scatenare crisi bancarie epocali. Gli effetti si trasmettono a un’economia reale già colpita, con una sfida alla tenuta delle catene di valore industriali e della sicurezza alimentare globale.
Cioè, siamo appena all’inizio di un periodo molto difficile, con sfide inedite e la necessità assoluta di trovare soluzioni al di fuori dal vecchio cruscotto degli strumenti.
Se non fosse tragica, farebbe ridere l’ennesima dichiarazione di Angela Merkel che oggi ribadisce che nessun intervento europeo deve uscire dal vecchio perimetro “austeritario”. Rimane attaccata a un mondo di regole che ormai non hanno senso, nel giorno in cui se voglio un barile di petrolio mi pagano.
Se non fosse tragico, farebbe ridere anche l’affannarsi gattopardesco della vecchia guardia euroinomane italiota, che pensa di salvare qualcosa se infligge il MES a un’Italia in crisi drammatica di liquidità.
In tempi come questi le previsioni sono divorate dalla velocità dei collassi sistemici e ci si muove davvero in terra incognita. Ma sarebbe sbagliato credere di rassicurarci usando solo il set degli strumenti esistenti, quelli che ci verrebbero concessi dalle classi dirigenti nordeuropee per perpetuare i rapporti di forza interni a un mondo che tuttavia non c’è più. Soffriremo molto, dobbiamo dircelo, ma dobbiamo scegliere una strada diversa dal passato. Impensabile non usare leve monetarie e fiscali finalmente sganciate dagli incubi terminali della Merkel e dei suoi “clientes”.

*Deputato M5S

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