Cile sull’orlo dell’ecatombe. Si indaga su un’altra morte

Cile sull’orlo dell’ecatombe. Si indaga su un’altra morte

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Di Claudio Rojas

Domenica scorsa è stato trovato il corpo senza vita di un giovane detenuto in via Clotario Blest per non avere con sé i documenti che lo permetterebbero di circolare in piena pandemia. Secondo l’Osservatorio Nazionale di Diritti umani ANEXPPSA si tratta di Camilo Miyaki Salinas, di 27 anni di età, detenuto alle 11:30 di domenica mentre era insieme alla sua compagna, nel comune di Pedro Aguirre Cerda a Santiago.
La sua compagna è stata lasciata in libertà dopo le 14:00, mentre Camilo è rimasto in stato di fermo, per essere recidivo secondo l’articolo 318 del codice Penale, che riguarda le norme della quarantena. Qualche ora dopo la giovane decide di portargli qualcosa da mangiare in cella, trovandosi però con la peggiore notizia che avrebbe potuto ricevere. Le dicono che si era suicidato con una coperta. L’Osservatorio Nazionale di Diritti umani, ANEXPPSA, ha chiesto che sia aperta un’indagine e Carabineros del Cile ha riferito a ‘El Desconcierto’ che è stato aperto un fascicolo amministrativo. “Verso le 16:00 ore, la sua compagna ritorna al commissariato con un sandwich, e dice al personale di guardia che sta portando del cibo al detenuto. Si riuniscono sei Carabineros e uno di loro dice che un detenuto si sarebbe impiccato. La donna reagisce chiedendo il nome della persona morta. I Carabineros iniziano a muoversi in distinte direzioni mandano via dal posto a spintoni la compagna di Camilo, dicendo che non potevano darle informazioni”.

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ANEXPPSA ha riferito che “nelle ore successive si è presentato sul posto personale della Brigata Omicidi della Polizia Investigativa per dare corso alle perizie del caso, indicando che non ci sarebbe stata manipolazione di terzi e che si tratterebbe di un suicidio”.
La Polizia investigativa ha assicurato che “le circostanze del decesso di Camilo sono strane, soprattutto, perché nella cella in cui lui si trovava era un punto cieco (cioè senza telecamere di sicurezza)”, il che fa aumentare i sospetti.
Miyaki sarebbe stato portato inizialmente in un’altra cella, per poi essere trasferito in questa nuova cella che, come ha indicato l’ONG, si trovava in un punto cieco, non permettendo di vedere cosa è accaduto al giovane al suo interno.
Secondo la compagna “Camilo non aveva antecedenti di malattie di salute mentale, avevano dei piani e progetti, e lui era una persona gentile, stabile e in nessun caso avrebbe manifestato idee suicida o segni di un’incipiente depressione”.
La Polizia ha emesso il seguente comunicato: “Nel pomeriggio di ieri e per cause ancora da verificare, un detenuto si è suicidato all’interno delle celle del 51º. Commissariato Pedro Aguirre Cerda. È stato aperto un fascicolo amministrativo per fare luce su quanto accaduto”.

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Ci domandiamo: perché lo hanno spostato in una cella sprovvisto di telecamere di sicurezza? Perché avrebbero dovuto passargli una coperta, quando non viene fatto abitualmente? Come si può suicidare qualcuno con una coperta?… Dovrebbe romperla prima al fine di diminuire la superficie di contatto e aumentare la pressione … e per tagliarla bisogna usare un oggetto appuntito che un detenuto non può avere. Viene impossibile credere sia riuscito a togliersi la vita con una coperta sana.
Se verrà dimostrato che si è trattato di omicidio – se e quando si indagherà sulla morte – ci troveremo di fronte ad un fatto estremamente grave; potremmo trovarci di fronte ad una politica sistematica della paura, l’intimazione affinché nessuno si mobiliti, nessuno protesti e così possano schiacciarci con maggiore facilità.

Tratto da: Antimafiaduemila

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