Un’Ucraina in crisi militare rifiuta i negoziati e annuncia il contrattacco

Un’Ucraina in crisi militare rifiuta i negoziati e annuncia il contrattacco

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Il ministro della difesa ucraino promette una controffensiva verso Kherson, ma mancano le risorse; missili russi su depositi di munizioni e truppe 

Di Francesco Ciotti

Le ultime dichiarazioni del ministro degli esteri russo Sergey Lavrov secondo cui la Russia sarebbe pronta a negoziare, per il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, sarebbero solo uno stratagemma per fermare la controffensiva di Kiev.
Capiscono che l’Ucraina sta preparando una controffensiva nel sud e vogliono creare l’impressione che sia Kiev a non essere disposta a negoziare”, ha affermato il diplomatico in un’intervista all’Irish Time.
È stato il quotidiano britannico The Times ad annunciare che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ora occupato a posare su Vogue, aveva dato l’ordine all’esercito di iniziare a riconquistare il sud dell’Ucraina. Il capo dell’intelligence ucraina, Kirill Budanov, si era addirittura sbilanciato di più, annunciando al mondo intero che la controffensiva doveva iniziare ad agosto, guardandosi bene dal lasciare il nemico impreparato a tale evenienza.
Secondo il quotidiano Ria Novosti “analizzando le dichiarazioni dei propagandisti ucraini e confrontandole con la realtà, sorge davvero l’idea che la controffensiva su Kherson sia solo un tentativo di addensare la “nebbia di guerra” per distrarre l’esercito russo dai compiti principali della battaglia per il Donbass.”
D’altra parte non è la prima volta che sono state annunciate controffensive dall’esito tutt’altro che vittorioso: il comandante in capo delle forze armate ucraine Valery Zaluzhny aveva riferito a maggio al generale statunitense Mark Milli, che le truppe sotto la sua guida avevano lanciato un massiccio contrattacco nelle direzioni di Kharkov e Izyum, senza che tuttavia ancora oggi se ne vedano i risultati.
I numeri sui “successi” dell’esercito di Kiev in effetti parlano da soli. Il 2 luglio Zelensky aveva annunciato che durante i combattimenti le forze armate ucraine erano state in grado di “liberare 1.027 insediamenti, mentre altri 2.610 sono ancora sotto il controllo del nemico. Al 26 luglio, secondo i rapporti ufficiali di Kiev, si contavano 1028 insediamenti liberati contro i 2621 occupati. In poco più di tre settimane in sostanza l’esercito ucraino ne avrebbe perso altri 11.
Una realtà che non sembra ignorata dai vertici del paese: il membro del Congresso statunitense Michael Waltz, ospitato venerdì scorso dal governo ucraino come parte della delegazione della Camera dei Rappresentanti, ha affermato quanto segue su Fox News, quanto visto e sentito a Kiev: “Zelensky sente che sta lentamente perdendo“, per quanto riguarda le “grandi vittorie dell’Ucraina”.
Questo non significa che la controffensiva su Kherson sarà necessariamente relegata ad un semplice proclama televisivo. Secondo il giornalista di Ria Novosti, Vladimir Kornilov, anche una piccola vittoria ucraina prima dell’autunno, potrebbe rafforzare nei leader occidentali la convinzione circa l’efficacia” dell’assistenza militare fornita al paese. Ma a quale prezzo?

Secondo funzionari occidentali ed ucraini un contrattacco richiederebbe un numero enorme di truppe e molti più sistemi d’arma offensivi di quelli che l’Ucraina ha a disposizione al momento. L’Ucraina sta spendendo complessivamente da 6.000 a 8.000 proiettili al giorno, ma se dovesse iniziare un attacco attivo a Kherson, dovrebbe utilizzarne da tre a quattro volte di più.
Dal punto di vista delle forze in campo, il ministro della Difesa ucraino Aleksei Reznikov ha parlato della necessità di formare un esercito di un milione di uomini per riprendersi le terre che l’Ucraina ha perso durante la guerra.
Un particolare da non sottovalutare è che la regione di Kherson è in gran parte rurale, ma la città di Kherson è una metropoli a cavallo del fiume Dnipro. Riprenderla potrebbe comportare feroci combattimenti urbani con enormi perdite umane.
Michael Maldonado, un ex marine statunitense di 34 anni del Kansas che si è unito alla 28a brigata, citato dal New York Times ha parlato senza mezzi termini di Kherson come della “prossima Falluja”.
Effettivamente un assalto a tutto campo che vedrebbe l’utilizzo di lanciarazzi Grad e Himars mettere a rischio i circa 100.000 civili rimasti nella città; un fattore di cui i funzionari ucraini dovrebbero essere consapevoli.
Sarà disposta Kiev a pagare lo scotto di altre migliaia di vittime civili e militari, allo scopo di prolungare di qualche mese il logoramento bellico?

Continua l’offensiva: colpite ancora le città ucraine; missili su depositi di munizioni e truppe
È stata confermata dal governo di Kiev, la conquista da parte delle forze russe, della seconda centrale elettrica più grande dell’Ucraina. Le truppe di Mosca “hanno ottenuto un piccolo vantaggio tattico: hanno conquistato» la centrale a carbone di «Vuhlehirsk”, ha affermato il consigliere presidenziale ucraino Oleksiy Arestovych in un’intervista pubblicata su YouTube e riportata dai media internazionali.
Le forze armate ucraine, come riferito dal Guardian, segnalano che nove missili hanno colpito giovedì mattina la regione di Chernihiv. Il governatore locale Viacheslav Chaus ha affermato che alcuni missili sono stati lanciati da territorio bielorusso e hanno colpito la comunità di Honcharivska intorno alle 5 del mattino ora locale.

È sempre il Guardian a riportare di un attacco missilistico contro la regione di Kiev nelle prime ore del mattino. Stando a quanto riferisce il governatore locale Oleksiy Kuleba, l’attacco avrebbe colpito il distretto di Vyshgorod, a nord della capitale ucraina.
Il ministero della Difesa russo ha riportato nella giornata di giovedì che l’artiglieria e le forze missilistiche hanno distrutto nove posti di comando ucraini e sei depositi di munizioni nelle regioni di Zaporozhye, Kherson e Nikolaev: “Durante la giornata sono stati colpiti nove posti di comando, tra cui la 68a brigata di fanteria-jaeger nell’area di Pavlovka della Repubblica popolare di Donetsk, la 53a brigata meccanizzata nell’area di Malye Shcherbaki nella regione di Zaporozhye , la 28a brigata meccanizzata nella zona di Posad-Pokrovskoye della regione di Kherson , oltre a manodopera e attrezzature militari in 173 distretti“, ha affermato il ministero, che ha poi riportato l’annientamento di circa 130 militari ucraini nella regione di Kherson con armi ad alta precisione: “Un battaglione della 60a Brigata di Fanteria delle Forze Armate dell’Ucraina ha perso completamente la sua capacità di combattimento nell’area del villaggio di Topolinoye, nella regione di Kherson, a seguito degli attacchi con armi di alta precisione dell’Aerospazio  Russo Forze sulle postazioni di combattimento delle truppe ucraine . Più di 130 militari di questa unità sono stati liquidati solo nell’ultimo giorno“.

Foto © Imagoeconomica 

Tratto da: Antimafiaduemila

 

Cronaca Guerra Guerra mondiale: "crisi Ucraina"