Migliaia di pesci morti. Oltre ad aver avvelenato l’aria, l’incendio divampato il 15 maggio scorso a Venezia, presso lo stabilimento specializzato in prodotti chimici 3V Sigma, ha inquinato le acque della laguna e in particolare quelle del Canale Lusore-Brentelle. E’ in corso un vero e proprio disastro ecologico.
Sono immagini raccapriccianti quelle che arrivano da Venezia dove venerdì un rogo ha prodotto una nuvola di fumo nero a seguito della combustione di alcuni prodotti chimici. Subito ai cittadini le autorità hanno intimato di barricarsi in casa per evitare pericolose inalazioni, ma già il giorno successivo, nel canale industriale ovest, il più vicino all’incendio, sono stati trovati migliaia di pesci morti.
Nonostante la posa di panne assorbenti, i veleni finiti nelle acque hanno ucciso gli animali. Ieri, sotto la supervisione dell’Arpa Veneto, le carcasse dei pesci morti sono state rimosse. E’ stata inoltre vietata la pesca in via precauzionale nel Canale Lusore-Brentelle, nel Canale Industriale Ovest e Nord, Banchina Azoto, fino al canale dei Petroli.
“Per la gestione della tracimazione delle acque di spegnimento nel Canale Lusore Brentelle collegato alla Darsena della Rana, al Canale industriale Ovest e quindi alla Laguna, tracimazione che aveva dato luogo nella giornata di ieri a una rilevante moria di pesci, si è provveduto al posizionamento di panne adsorbenti subito all’uscita dello scarico e nella confluenza del canale nella darsena. Si è provveduto inoltre all’organizzazione dell’aspirazione e smaltimento sia delle acque contaminate accumulate sui piazzali dello stabilimento, sia di quelle nei bacini di contenimento dei serbatoi, tramite ditte specializzate di auto spurgo. E’ stata infine verificata l’attività di raccolta del pesce morto e l’attività di aspirazione del contaminante nelle acque, eseguito tramite il natante di una ditta specializzata” ha spiegato l’Arpa.
Le analisi dell’Arpa Veneto
Inoltre, l’Arpa ha appena reso noti i risultati delle analisi e sono tutt’altro che incoraggianti. Per quanto riguarda l’inquinamento delle acque, l’Agenzia ha segnalato la preenza nel Canale Lusore-Brentelle di significative concentrazioni di prodotti utilizzati nei cicli produttivi e sostanze derivate dalla combustione tra cui toluene, Xileni e acetone.
“Visti gli elevati valori di inquinanti e in considerazione della presenza di ingente quantitativo di pesci morti, si è proceduto con ulteriori monitoraggi dei corpi idrici che saranno diffusi appena disponibili” fa sapere l’Arpa.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, sono stati effettuati una serie di campionamenti durante e dopo l’incendio in posizione sottovento, presso il Parco di San Giuliano. Sono state trovate tracce di acetone ma i risultati dei due campionamenti relativi ai parametri diossine e furani hanno messo in luce che solo in località Parco di San Giuliano il 15 maggio è stata rilevata la presenza di “qualche traccia di diossine, trascurabile a fini ambientali”.
Anche il 16 maggio nella mattinata sono stati condotti altri campionamenti di aria a monte del sito e
“le analisi hanno dato riscontro del sostanziale rientro nella norma di tutti i parametri inquinanti rilevati nella giornata precedente” aggiunge l’Arpa.
Le analisi degli altri composti organici (IPA, PCB, ecc.) sono ancora in fase di lavorazione.
“Qualcuno dovrà rispondere della ecatombe di biodiversità e della vita acquatica, in particolare di pesci, a Marghera: ieri pomeriggio ho effettuato un sopralluogo per vedere con i miei occhi le conseguenze dell’esplosione alla 3V Sigma e lo scenario era terrificante, con centinaia e centinaia di pesci di grandi dimensioni morti, segno che l’inquinamento è stato gravissimo. Presenterò un’interrogazione alla Giunta Zaia, perché è doveroso capire le cause, quali correlazioni con l’incendio e l’esplosione dei contenitori di sostanze chimiche, ma soprattutto individuare e punire i responsabili” ha detto il Consigliere regionale e Vicepresidente della Commissione Ambiente Andrea Zanoni. “Lungo il Canale Ovest che porta alla Laguna di Venezia galleggiavano centinaia di pesci morti, come cefali e ombrine, altri erano a riva. Deve essere assolutamente capita la relazione tra la strage con la fuoriuscita dei reflui dallo stabilimento in seguito all’incendio, che ha immesso in atmosfera tonnellate di inquinanti e portato allo stato d’allerta anche fuori dalla provincia di Venezia”.
L’ennesimo disastro ambientale passato quasi sotto silenzio.
Fonti di riferimento: Analisi Arpa Veneto, Arpa Veneto, Consiglio Regionale del Veneto
Tratto da: GreenMe
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