Siria, l’Europa a guida tedesca certifica l’occupazione di Erdogan e delle milizie affiliate ad Al Qaida

Siria, l’Europa a guida tedesca certifica l’occupazione di Erdogan e delle milizie affiliate ad Al Qaida

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di Alberto Negri* – Quotidianodelsud

L’Europa a guida tedesca si prepara a certificare l’occupazione turca del Nord della Siria, sempre che Putin e Assad glielo permettano. Il ricatto di Erdogan sui migranti lo hanno voluto proprio gli europei.

Perché Erdogan ci ricatta sui profughi? Per i soldi e per il potere su una parte della Siria. In poche parole dando soldi a Erdogan l’Europa a guida tedesca si prepara a certificare l’occupazione turca del Nord della Siria, sempre che Putin e Assad glielo permettano.


In difficoltà per il calo dei consensi interni e la crisi economica, gli europei si preparano dare una mano al raìs turco e a riverniciare di fresco la credibilità di una Turchia che manovra in maniera spericolata non solo in Siria ma anche in Libia.

Erdogan occupa già un vasto territorio nel Nord della Siria in gran parte strappato ai curdi del Rojava e del cantone di Afrin, senza essere stato invitato da nessuno (come è stato invece per la Russia e l’Iran) e senza l’autorizzazione di alcuna risoluzione dell’Onu: gli Usa di Trump con il loro ritiro nell’ottobre scorso, hanno fatto massacrare i curdi da Erdogan, con centinaia di morti e oltre 200mila profughi. E l’Europa non ha fatto nulla per impedire che venissero uccisi i curdi siriani, i maggiori alleati nostri e degli Stati Uniti nella lotta al Califfato.


Se Erdogan è un mascalzone i governanti occidentali non sono da meno, anzi persino peggio di lui. Perché sostengono la posizione di un raìs che è alleato con i jihadisti e non ha esitato a manovrare anche l’Isis contro i curdi. Parliamo degli stessi terroristi e della stessa ideologia jihadista che ha portato dozzine di attentati in Europa. Ma qui ormai ce lo siamo già dimenticato.

A Idlib, dove è stata appena firmata la tregua con Putin, Erdogan combatte fianco a fianco con le milizie affiliate ad Al Qaida, che oggi godono della sua copertura con i droni e i missili terra-aria.


A partire dall’estate del 2016 la Turchia ha condotto tre interventi militari nel nord della Siria, non solo per impedire la formazione di una fascia territoriale curda controllata dalle Unità di protezione popolare (Ypg) ma anche per favorire il ritorno dei siriani nelle aree occupate dalle forze turche.

Tratto da: L’Antidiplomatico

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