“Blocchiamo il sistema o finirà la sanità pubblica”. Medici sul piede di guerra

“Blocchiamo il sistema o finirà la sanità pubblica”. Medici sul piede di guerra

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Medici sul piede di guerra: se non si progetta un nuovo tipo di sanità in futuro sognatevi le cure pubbliche. Sanità nel baratro ma siamo disposti a tutto

Di Antonio Amorosi

Intervista a Pierino Di Silverio segretario Nazionale di Anaao Assomed, il primo sindacato dei medici: “Politici indifferenti. Devono rendere conto”.

 

Lei parla di sanità italiana sul baratro che peggiora ogni giorno che passa. Le cure per tutti sono sempre più a rischio…

“Anzi nel baratro perché dopo il Covid la sanità è rientrata nell’oblio della politica, senza nessun tipo di progetto strutturale e soprattutto senza nessun tipo di finanziamenti accessori. I medici sono stanchi, disillusi e se ne vanno dal sistema sanitario. Sette medici al giorno si dimettono”

Avete lanciato una mega mobilitazione nazionale. Ci spiega in cosa consiste?

“Con tutti gli altri sindacati medici ospedalieri abbiamo lanciato una mobilitazione che avrà il suo inizio il 14 settembre, un incontro in cui abbiamo invitato i leader dei partiti a Roma ai quali chiederemo conto dei programmi e dei progetti che hanno in ambito sanitario. Poi continueremo con assemblee e manifestazione, fino all’insediamento del nuovo governo e si capirà un po’ cosa vogliono fare. Ci dovranno dar conto perché noi siamo disposti a tutto”

Che vuol dire ‘a tutto’?

“A tutto, a qualunque tipo di atto che possa salvare il Servizio Sanitario Nazionale”

Ad esempio anche entrare in sciopero reale, vero, senza più lavorare?

“Ma sì perché ormai i medici si dimettono”

Avrà letto l’intervista che abbiamo fatto al chirurgo ortopedico Mirka Cocconcelli!?

“Sì, sì…”

Non servirebbe anche una razionalizzazione delle spese e dell’organizzazione della sanità nazionaleGli alti dirigenti vengano profumatamente pagati e premiati anche con questo disastro che vede ogni giorno le cure diventare una chimera...

“Appunto. Servirebbe un nuovo modello sanitario. Il modello aziendalistico è oggettivamente fallito. Noi del pubblico siamo legati a ogni incompatibilità di sorta, da limitazione di ogni tipo, da stipendi che sono bloccati al palo dopo 10 anni, non c’è stato neanche un adeguamento al tasso di inflazione del nostro stipendio e con un contratto da rinnovare già scaduto”.

Cosa pensa di questa iniziativa in Calabria di assumere i medici cubani?

“È un’operazione che è stata permessa da leggi che noi avevamo combattuto nell’epoca pre Covid ed eravamo riusciti a fare definire illegali, parliamo cioè della esternalizzazione del lavoro in Sanità. Il Covid ha fatto un tana libera tutti. Oggi Regioni come la Calabria, ma non solo anche il Veneto ed altre Regioni, stanno ricorrendo alle esternalizzazioni del lavoro per vari motivi. Il primo perché rientra in un capitolo di spesa che non è soggetto ai tetti di spesa per il personale, tetti che noi del pubblico abbiamo… una cosa allucinante. Secondo perché le esternalizzazioni permettono di pagare diversamente e di più i medici, aldilà dei cubani che è stata una una cosa creativa assolutamente da contestare per vari motivi. Il medico cubano non ha l’abilitazione all’esercizio in Calabria, non conosce la lingua e non conosce come funziona il sistema, non abbiamo conto della reale competenza e soprattutto prima di attingere a medici esterni con esternalizzazioni cercate di pagare di più i medici che abbiamo e create delle condizioni di lavoro diverse…”

Per l’uomo della strada cosa comporta una sanità in costante peggioramento?

“Comporta che i cittadini si rivolgano sempre di più alla sanità privata. Ci sono liste di attesa perché gli ospedali non riescono più a garantire le prestazioni universali, come è sancito dall’articolo 32 della Costituzione. Comporta il fatto che i medici lavorino male, devono gestire sempre e solo l’emergenza e non possono gestire l’ordinario in modo professionale, con la tranquillità mentale di poter erogare cure perché sono sempre sottoposti ad una pressione professionale e psicologica che è insostenibile. Da una parte abbiamo la pressione dei pazienti dall’altra le cause perché siamo i capri espiratori di disservizi di ogni genere. Da una parte ci sono le violenze contro i colleghi, dall’altra le tournazioni massacranti. In queste condizioni i medici se ne vanno dal sistema”

Sembra che ci sia un disegno in favore del privato

“Anche secondo me c’è. Guardi: il Decreto Concorrenza (dell’attuale governo, ndr) ne è la dimostrazione. Nel Decreto Concorrenza vengono detassate le prestazioni private e non si tocca la detassazione per il pubblico che noi avevamo richiesto. Il cittadino che va dal privato ha la detassazione della prestazione sanitaria. A noi non ci hanno neanche calcolato”

Quindi tutto è indirizzato al business del privato?

“Sì al business del privato e all’autonomia regionalizzata”

Come si ferma questo processo?

“Con gli investimenti”

Ma se i politici legiferano principalmente in favore dei grandi colossi privati come è possibile che avvengano e che si ripensi a un nuovo modello di Sanità pubblica?

“Noi bloccheremo il sistema. Voglio poi vedere se i politici, rispetto al blocco del sistema, faranno qualcosa. Dobbiamo sensibilizzare l’opinione pubblica e i cittadini devono stare dalla nostra parte. È una guerra non per noi è una guerra per la salute”.

Tratto da: AffariItaliani

 

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