Nemmeno papa Francesco è al sicuro “dall’ira di Kiev”

Nemmeno papa Francesco è al sicuro “dall’ira di Kiev”

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Il giudizio severo del governo ucraino si è abbattuto nuovamente sul pontefice per aver definito “innocente” una giornalista russa uccisa in un attentato terroristico

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Dopo aver menzionato la morte di Darya Dugina, giovane giornalista e attivista politica russa, papa Francesco ha affrontato la rabbia di Kiev, che a quanto pare pensa di avere il “monopolio dell’innocenza”.

Negli ultimi sei mesi il governo ucraino si è scagliato contro vari leader di governo e organizzazioni internazionali, come Amnesty International, ad esempio, che hanno denunciato le violazioni del diritto internazionale da parte dell’Ucraina sul campo di battaglia. Era solo questione di tempo prima che se la prendessero con la Chiesa cattolica. Ed è quello che è successo questa settimana quando papa Francesco, rivolgendosi a una congregazione in Vaticano, ha menzionato la morte di Darya Dugina, la cui vita è stata tragicamente interrotta da un’autobomba.

Ma prima di pronunciare il nome della ragazza russa deceduta, il Papa ha riconosciuto le vittime innocenti da entrambe le parti del conflitto.

“Che siano ucraini o russi… penso a tanta crudeltà, ai tanti innocenti che stanno pagando per la follia, la follia che viene da tutte le parti, perché la guerra è follia”

ha detto papa Francesco.

“Penso a quella povera ragazza (Darya Dugina) che è stata fatta saltare in aria da una bomba sotto il sedile della sua auto a Mosca. Gli innocenti pagano per la guerra”.

Questa sembra essere una valutazione equilibrata degli orrori della guerra su cui pochi potrebbero trovare da ridire.

Mentre i leader di governo sono in ultima analisi responsabili di condurre il loro popolo nella “follia della guerra”, sono le persone “innocenti” – dai soldati in prima linea ai civili a casa – che subiscono il peso maggiore delle conseguenze.

Abbastanza evidente come l’uso da parte del Papa della parola “innocente” applicata a Darya Dugina, ricordiamolo una civile di 30 anni, abbia suscitato una risposta decisa da parte del governo di Kiev oltre che dell’ambasciatore vaticano in Ucraina Andrey Yurash; il quale ha affermato che è impossibile definire Darya come innocente.

Del resto ormai in occidente siamo immersi in una narrativa chiaramente anti-russa dove non ci sono “russi innocenti” sul pianeta per i nostri politici. Basta chiedere al primo ministro estone Kaja Kallas che, nel tentativo di impedire l’entrata in europa dei turisti russi, chiede un divieto totale dei visti per mitigare “minacce alla sicurezza”.

Il mondo intero dovrebbe invece ascoltare seriamente le parole del Papa, il quale da mesi cerca di mediare per un vero accordo di pace che porti alla fine delle ostilità. Il Vescovo di Roma può avere le sue colpe, ma è stato una delle poche voci della ragione in questi ultimi sei mesi di “follia”.

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Fonte foto: © Alessandra Benedetti

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