La gigantesca mongolfiera del debito cresce

La gigantesca mongolfiera del debito cresce

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Di Giulietto Chiesa

Ho letto in questi giorni un commento, firmato da Mauro Bottarelli, che paragona un tweet di Donald Trump del 18 luglio 2013 con un altro tweet del 17 dicembre 2019.

Poi confrontiamo i due testi, ma per il momento ricordiamo che nel 2013 Donald Trump era un uomo d’affari avventuroso, che probabilmente non si sognava neppure di candidarsi, altro che divenire, presidente degli Stati Uniti d’America, mentre adesso è presidente da tre anni. ​Allora scrisse così: “La Fed (Federal Reserve) sta pompando (denaro inventato, ndr). È una grande notizia, nel breve termine, ma non può durare per sempre. Siate prudenti quando investite nel mercato”. Prudente, nevvero? “Non può durare per sempre”, diceva. Faceva i calcoli anche per sé, visto che trattava dei suoi affari personali. ​Cosa scrive, da Presidente degli USA nel dicembre 2019? “Sarebbe mooolto bene (sic, ndr) se la Fed diminuisse ancora i tassi d’interesse e incrementasse il Quantitative Easing. Il dollaro è molto forte contro le altre monete e quasi non c’è inflazione. Questo è il momento di farlo. Le esportazioni partirebbero a razzo!”. La prudenza è evaporata completamente. È ammattito? Diceva che “non durerà per sempre” e adesso dice di continuare a razzo? I conti fatti dicono che nel 2020 la Banca Centrale americana comprerà circa il 40% del debito emesso dal Tesoro. Gli stranieri non compreranno più i certificati di credito del Tesoro? Chissenefrega! Sarà la Fed a finanziare tutta la spesa pubblica in deficit.

Il circolo vizioso è evidente. Certo, una cosa è chiara: ci sono le elezioni presidenziali alle porte. Bisogna accontentare tutti, in primo luogo il Pentagono. Ed ecco bella e pronta quella nuova corsa pazzesca al riarmo di cui ha parlato Vladimir Putin nel corso della sua recente conferenza stampa di fine anno. Soldi dal nulla che crescono significa aumento del debito generale. E tutti a correre inventando scuse. Fermarsi equivarrebbe — scrive Bottarelli — ad “aprire le porte dell’inferno”. Allora che si fa? Non resta che creare altre situazioni di emergenza. Il Califfato dell’ISIS è stata l’ultima emergenza, in ordine di tempo, ma è finita ingloriosamente, e non ce n’è più una pronta da gettare in pasto al grande pubblico. Il Pentagono, dal canto suo, ha una grande fame e ha già proclamato che la guerra internazionale al terrorismo è finita e che ora l’America deve fronteggiare due nemici veri e propri: la Russia e la Cina. E, per spaventare il pubblico inebetito, annuncia che gli Stati Uniti potrebbero addirittura perdere il confronto, mentre è all’orizzonte un panorama di enormi perdite umane in caso di conflitto con entrambi. L’Europa sta cavalcando l’emergenza climatica e, non avendo un proprio Pentagono da sfamare, destinerà probabilmente il suo Quantitative Easing direttamente alle grandi multinazionali che si stanno organizzando attorno alla immensa mangiatoia di una finta green economy. Davvero strani questi economisti, che fanno i conti di questo disastro senza accorgersi — o fingendo di non accorgersi — che esso sta trasformandosi in una successione di pretesti che prevedono una emergenza dietro l’altra. Sempre più grandi, visto che il debito diventa sempre più grande. E, di emergenza in emergenza — visto che il circolo vizioso è divenuto l’unica soluzione — logica dice che si finirà in guerra. Di questo nessuno parla. Si finge di parlare di politica e di tariffe. Ma intanto tutti comprano oro. Parlare di guerra e oro non è politicamente corretto: sono tabù invalicabili che è meglio non evocare. Peggiorerebbe la situazione.

Fonte: SputnikItalia

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