I versi aurei di Pitagora

I versi aurei di Pitagora

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[…] “Non aspettare il sonno con gli occhi che si chiudono, prima di aver pensato tre volte a ognuna delle azioni della giornata: in che ho mancato? Che ho fatto? A quale compito non ho adempiuto? Scorrile a cominciare dalla prima e in seguito, quando hai terminato, biasime le cattive e sii compiaciuto delle buone. Stancati in questo, questo cerca, questo devi amare: ciò che ti metterà sulle tracce della divina virtù, in nome di colui che affidò al nostro spirito la tetrade, matrice dell’eterna natura.[…] O padre Zeus, tu potresti liberare tutti da ogni male, se a tutti mostrassi quale sia il loro demone. Ma tu abbi fede perché gli uomini sono di una discendenza divina a cui la natura ha dato ogni cosa a conoscerne il sacro; se ne sei parte, avendo fatto espiazione avrai autorità su ciò a cui io ti inizio e ti libererai delle pene dello spirito. Astieniti dai cibi che si è detto, durante le Lustrazioni e le Purificazioni operando con giudizio, medita ogni cosa, tenendo per ottima guida la ragione. E se lasciato il corpo ti libererai nel puro etere, sarai come un dio eterno, incorruttibile, non più mortale.”

Tratto da: Pitagora, I versi aurei

Pitagora fu filosofo, matematico, taumaturgo, astronomo, scienziato, politico e fondatore a Crotone di una delle più importanti scuole di pensiero dell’umanità, che prese da lui stesso il suo nome: la Scuola Pitagorica.

Da tale scuola derivano insegnamenti fondati sull’armonica sintonia tra spiritualità e ragione, tra fede e scienza. Quell’equilibrio che nella nostra epoca abbiamo perso, rappresentato dalla nostra scienza senza coscienza che sta distruggendo noi stessi e il pianeta. Riflettiamo prima che sia troppo tardi.

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Fonte foto: Arti visive

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