Guerra “nel cuore dell’Europa”. Alla Camera il Capo di stato maggiore italiano chiede più soldati

Guerra “nel cuore dell’Europa”. Alla Camera il Capo di stato maggiore italiano chiede più soldati

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di Federico Rucco – Contropiano

Con la fine della leva obbligatoria, decretata il 1 gennaio del 2005, le Forze Armate italiane sono passate all’esercito professionale. Da allora a oggi l’Esercito vede un organico di circa 93.000 militari. Le forze armate complessivamente – senza i 108.000 Carabinieri – dispongono di 168mila unità tra Esercito, Aeronautica e Marina. In pratica abbiamo più Carabinieri che soldati.

Ma in questi tempi di guerra le cose stanno per cambiare e i soldati da mettere con i scarponi sul terreno (boots on the ground), potrebbero aumentare del 23%.

In una audizione alla Commissione Difesa della Camera, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Pietro Serino ha affermato che: “Anche in considerazione della situazione attuale, con la guerra tornata nel cuore dell’Europa, l’Esercito deve puntare al traguardo di almeno 110.000 uomini e donne, che sarebbe coerente anche con le esigenze qualitative e di ringiovanimento del personale”.

“Non possiamo ignorare che purtroppo la guerra tra Stati è tornata in Europa dopo 77 anni. E per l’Esercito si tratta di ripristinare capacità che negli ultimi anni sembravano appartenere al passato, ovvero a un futuro lontano, da integrare con nuove unità dedicate ai domini cibernetico e spaziale”, ha aggiunto.

Secondo quanto spiegato dal generale Serino, “l’orientamento generale è quello di tornare ai numeri del modello professionale originale, abbandonati nel 2012 sotto la pressione di una difficile situazione economica”, ovvero “110.000 uomini e donne” rispetto agli attuali 93.100. Un numero che consentirebbe di “rispondere adeguatamente alla complessità delle sfide alla sicurezza” e di “gestire gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione”.

Il generale Serino ha quindi sottolineato la necessità di incrementare il numero di ufficiali rispetto al totale degli effettivi, fino a disporne di “9.800 su 93.100” effettivi, con una percentuale pari al “10,5%”, nonché il numero di sottufficiali, con “un incremento di 1.900”.  La percentuale dei sottufficiali sull’organico militare è del 37,6%.

Il generale ha sottolineato che gli ufficiali rappresentano il 13% dell’esercito francese, il 16% di quello britannico e il 16,8% di quello tedesco. L’Italia deve quindi portare questa quota almeno al 10/11%.

Anche perché, come dice Totò: siamo “uomini o caporali”?

Tratto da: L’Antidiplomatico

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