Da Draghi a Meloni sotto il velo della scienza neutrale

Da Draghi a Meloni sotto il velo della scienza neutrale

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DOUBLE FACE. Un tecnico può dare consigli a qualsiasi governo, sia a sinistra che a destra. Perché in fondo la ricetta è unica: gassificatori, inceneritori, trivellazioni, uso di fossili, carbone, nucleare e qualche pannello solare; insomma una spolverata di greenwashing

Di Enzo Scandurra

L’ex ministro per la Transizione Ecologica, Cingolani, è ora consigliere per l’energia per il nuovo ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica. Era stato indicato da Grillo come l’uomo della conversione ecologica nel governo Draghi: una conquista definita epocale.
Cingolani è un fisico e pertanto molti, all’inizio, avevano sperato che con lui venisse finalmente realizzata la svolta green, tanto più in questa fase storica caratterizzata da una minacciosa crisi climatica.

Ora è al servizio del nuovo governo a guida Fratelli d’Italia (pur riprendendo il suo lavoro a “Leonardo”), non come politico, ma come esperto, a titolo gratuito, di problemi ambientali. Questo confermerebbe ancora una volta quella vecchia concezione della neutralità della scienza e della tecnica.

Pochi giorni fa (18 ottobre) si sono celebrati, all’Accademia dei Lincei, i 10 anni di anniversario della morte di Marcello Cini, alla presenza, oltre che di Giorgio Parisi, di collaboratori che, guidati da Cini, scrissero nel 1976, quel famoso libello: L’ape e l’architetto, che, appunto, contestava la cosiddetta neutralità della scienza e della tecnica.

Sarà una perfida coincidenza che oggi, dimenticata quella severa lezione, si torni a riaffermare quella falsa mitologia? Un tecnico può dare consigli a qualsiasi governo, sia a sinistra che a destra. Perché in fondo la ricetta è unica: gassificatori, inceneritori, trivellazioni, uso di fossili, carbone, nucleare e qualche pannello solare; insomma una spolverata di greenwashing.

Vele la pena di ricordare, attualissimo, qualche passo dell’introduzione di Cini a quel famoso libro:

“Questo tipo di sviluppo della scienza e della tecnologia è perciò intimamente interconnesso allo sviluppo della società capitalistica e, mentre ne condiziona e ne determina alcuni aspetti fondamentali, aprendo nel suo seno nuove contraddizioni nel momento stesso in cui permette di superarne altre, ne è a sua volta condizionato e subordinato. Entra in crisi perciò la concezione che considera la scienza e la tecnica strumenti neutrali di progresso della società, indipendentemente dai rapporti sociali e che postula un processo di sviluppo scientifico che segue una propria dinamica interna, soggetta a proprie leggi.

Si tratta invece di riconoscere che la scienza non è soltanto un processo di soluzioni di problemi determinati, ma soprattutto una continua formulazione e posizione di problemi da risolvere e che pertanto in questa fase essenziale dello sviluppo scientifico entrano non solo fattori intrinseci ma anche fattori esterni alla scienza stessa”.

 

Marcello Cini, il “cattivo maestro” come fu definito da Giorgio Bocca, continuerà per tutta la vita a ribadire questa verità epistemologica in tanti e successivi libri, convegni, saggi e conferenze (è stato anche uno dei fondatori di questo giornale).

Transizione ecologica/energetica e modello economico non possono essere disaccoppiati; i cambiamenti climatici sono un fenomeno complesso che richiede una visione politica capace di cogliere le interconnessioni tra ambiente, economia e benessere. Molto al di là di quella visione miope delle classi dirigenti (anche di sinistra) che continuano a considerare lo sviluppo solo una funzione della crescita.

Il disinvolto ex ministro che criticò l’insegnamento delle scuole per le ripetute volte in cui, a suo giudizio, si discuteva delle guerre puniche, ovvero (sempre secondo il Cingolani-pensiero) di niente, è il più illustre rappresentante del mantenimento dello statu quo ambientale arrivando ad affermare che una riconversione dell’economia in senso ecologico costerebbe “bagni di sangue”, dunque tanto vale favorire quelle tecnologie che, al massimo, rallenterebbero l’emissione della CO2, senza azzerarle, naturalmente.

L’ex ministro si vantava ancora di avere un atteggiamento “realista” rispetto alle “strampalate utopie” di Greta Thunberg e dei movimenti ambientalisti. Peccato che il tempo a disposizione per evitare la catastrofe climatica non sia lui a deciderlo ma è già stabilito dalle condizioni oggettive di degrado della biosfera.

I “bagni di sangue” paventati dall’ex ministro, e ora consulente di Palazzo Chigi, ci aspettano realmente se la transizione ecologica (sparita dal nuovo ministero dell’Ambiente) non si realizza nel più breve tempo possibile, tanto più che gli obiettivi della COP di Parigi, di contenimento dell’aumento massimo di temperatura di 1,5°C, sono stati da tempo archiviati.

Dopo la morte di Cini, l’analisi di approfondimento teorico dell’interazione uomo-natura e rapporti sociali di produzione, come risulta già dalle opere di Marx, è sparita dall’orizzonte di qualsiasi sinistra e così viene riesumata quella vecchia concezione della neutralità della scienza proprio confermata dalla nomina di Cingolani ad uno dei ministeri del nuovo governo a guida Fratelli d’Italia. Una riflessione che aspetta ancora una risposta, da sinistra naturalmente.

Tratto da: Il Manifesto

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