Giunta immunità del Senato dice si a sequestro computer di Siri

Giunta immunità del Senato dice si a sequestro computer di Siri

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La Giunta per le Elezioni e le Immunità parlamentari ha votato questa mattina a maggioranza l’autorizzazione a procedere al sequestro di un p.c. del sottoscritto, consentendo così l’acquisizione del contenuto nella sua interezza, nonostante in esso vi siano, evidentemente, una pluralità di dati inerenti l’attività istituzionale di Senatore della Repubblica”. Così il senatore della Lega, Armando Siri, dopo la decisione dell’organismo di Palazzo Madama che ha dato l’autorizzazione ai magistrati milanesi, che chiedevano di acquisire i personal computer del leghista, per le indagini in corso, relative a un presunto caso di autoriciclaggio, a seguito dell’erogazione di un mutuo al senatore del Carroccio. “Tale determinazione – sottolinea Siri – è stata deliberata anche se nella giornata di lunedì 30 settembre il difensore del sottoscritto, Fabio Pinelli, avesse depositato a mani dell’Autorità giudiziaria procedente un’istanza finalizzata a favorire, nel rispetto delle prerogative degli eletti nelle Assemblee Legislative della Repubblica, l’acquisizione di tutto il materiale rinvenibile d’interesse per le indagini, tralasciando di sequestrare quello estraneo a tale perimetro; salvaguardando così, oltre alle esigenze dell’indagine, altresì l’autonomia e l’indipendenza della funzione democratico-rappresentativa del singolo senatore, nell’interesse superiore delle sue prerogative costituzionali, sul piano oggettivo”. Per Siri “al cospetto di tale iniziativa del sottoscritto, finalizzata a garantire la massima apertura alle investigazioni e al contempo a tutelare le garanzie dell’eletto e la divisione dei poteri, i colleghi senatori di maggioranza in Giunta per le Immunità non hanno nemmeno ritenuto di attendere le determinazioni della Procura, rispetto alla suddetta istanza, affrettandosi invece ad autorizzare il sequestro indiscriminato di tutta la documentazione e la corrispondenza custodita nel p.c., compresa quella istituzionale, inerente i lavori parlamentari e quant’altro di consimile; con ciò evidentemente aprendo alla compromissione della libertà di autodeterminazione politica del sottoscritto, con conseguente pregiudizio dell’autonomia e dell’indipendenza del Parlamento nel suo complesso” “La natura e la ratio delle garanzie dell’art. 68 della Costituzione ne escono di conseguenza oggettivamente compromesse. Purtroppo, e non è la prima volta, le ragioni della contesa politica tra maggioranza e opposizione hanno prevalso, in sfregio alle Istituzioni e alle loro Regole, sulle ragioni del diritto – aggiunge l’ideologo della flat tax – . Chi esce sconfitto da questo voto, dunque, non è il sottoscritto, che nulla ha da nascondere ai pm procedenti – e l’iniziativa della difesa poc’anzi citata lo dimostra senza tema di smentita – ma è il principio di autonomia e indipendenza del Legislatore”.

Fonte: affaritaliani.it

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