‘Eurotangentopoli’: petro-mazzette all’Europarlamento

‘Eurotangentopoli’: petro-mazzette all’Europarlamento

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Terremoto all’Europarlamento. «Trovati sacchi di denaro» a casa della vicepresidente greca Kaili. Nuove perquisizioni negli uffici dell’Eurocamera

Tratto da: Remocontro.it

Carcere per la vice presidente del parlamento Eva Kaili, greca, per l’ex eurodeputato italiano Antonio Panzeri, per l’assistente parlamentare Francesco Giorgi (compagno di Eva Kaili) e di Niccolò Figà-Talamanca della ong ‘No peace Without Justice’. Non pace senza giustizia la promessa che tutti auspicano per gli arrestati. Rilasciati sotto condizioni Luca Visentini e il padre di Kaili. L’abitazione a Bruxelles dell’eurodeputato belga Marc Tarabella perquisita. Materiale informatico sequestrato dagli investigatori ma Tarabella non è in stato di fermo.
Inciampo a sinistra, inciampo istituzionale. E non sarà solo una partita Grecia-Italia nel campo verde delle banconote da cento allestito dal Qatar, titolare mondiale incontestato delle mazzette.
Scandalo di proporzioni continentali, e siamo solo agli assaggi
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Denaro a sacchi, leadership italiana

«Sacchi di denaro contante custodite in casa, intercettazioni in cui si parla di vacanze da 100mila euro, lo scandalo che si allarga ad altri assistenti parlamentari a Bruxelles dopo che venerdì la polizia belga ha perquisito sedici abitazioni e fermato una delle vice presidenti dell’assemblea parlamentare, la deputata socialista greca Eva Kaili, il suo compagno italiano Francesco Giorgi, collaboratore dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino, l’ex eurodeputato Antonio Panzeri per il quale in precedenza aveva lavorato Giorgi, Luca Visentini, segretario generale della Confederazione internazionale dei sindacati (Ituc) e il segretario generale della ong No peace without justice Alessandro Figà Talamanca», denuncia Domenico Cirillo sul Manifesto.

Poi la bergamasca dell ’Italia ladrona’

In Italia, in provincia di Bergamo, sono state ‘ristrette’ ai domiciliari la moglie e la figlia di Panzieri, in esecuzione di un mandato di arresto europeo. Quindi è comunque galera, anche se di favore. Ambedue sono sospettate, assieme al loro familiare, di far parte della rete di lobby illecita che ha favorito gli interessi del Qatar, quantomeno nel ruolo di sollecite spenditrici dei benefici elargiti dal principato della Corruzione.

Qatar, utile promemoria per tanti/troppi distratti con la testa nel pallone, Paese in coda a tutte le classifiche di rispetto dei diritti umani che tuttavia è riuscito a farsi assegnare i mondiali di calcio che per fortuna stanno per finire.

Nuova tangentopoli italiana

Sabato la Corte di Appello di Brescia ha convalidato la richiesta di arresto della moglie e della figlia di Panzeri, riservandosi di decidere sulla richiesta di estradizione in Belgio e concedendo i domiciliari. Secondo gli atti, le familiari di Panzeri sarebbero state pienamente consapevoli dell’attività illecita dell’ex eurodeputato. Nelle carte degli inquirenti belgi ci sarebbero intercettazioni in cui la famiglia parla di doni e vacanze per 100mila euro. Nell’udienza a Brescia le due donne hanno detto di essere all’oscuro di tutto.

‘Fight impunity’, prima di tutto la loro

Panzieri è stato il fondatore tre anni fa di una ong con sede a Bruxelles, Fight impunity, attiva nel campo dei diritti umani. L’ex eurodeputato, a Bruxelles per tre legislature, è stato presidente del sotto comitato per i diritti umani. Ieri la polizia è stata anche nell’ufficio di un’altra eurodeputata del gruppo Socialisti e Democratici, la belga Marie Arena, non indagata, che è succeduta a Panzieri alla guida del sotto comitato e in particolare è stato perquisito l’ufficio di una assistente di Arena, anche lei associata a Fight impunity. Ieri i media hanno riferito di dimissioni di massa dal consiglio onorario di questa ong, della quale stando al sito fanno parte Emma Bonino, Federica Mogherini, l’ex commissario europeo all’immigrazione Avramapoulos e l’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve.

600 mila euro in contanti, corruzione pronta cassa

Gli inquirenti, sempre secondo la stampa belga, hanno sequestrato computer e documenti insieme a più di 600mila euro in contanti, convinti di avere le prove di un’attività che è andata ben oltre la consueta lobby e che è sfociata in corruzione e riciclaggio di denaro. Secondo un documento in possesso anche il sito Politico.eu, Panzeri è sospettato di essere intervenuto sul parlamento europeo, dietro pagamento, anche a beneficio del Marocco. Sotto i riflettori un serie di interventi nell’aula dell’Europarlamento del gruppo Socialisti e Democratici scoperti adesso troppo morbidi verso il Qatar sulla questione dei diritti umani.

In particolare Kaili recentemente, dopo un incontro con il ministro del lavoro del Qatar, ha sostenuto che anche se non tutto è risolto, «quel paese è un capofila per i diritti del lavoro». Senza ritegno, senza dignità, senza pudore.

Reazioni a raffica oltre gli interessi di parte

Tantissime le reazioni: la sostituzione di Kaili come vicepresidente dell’aula (i vice di Roberta Metsola sono 14) che nel frattempo è stata espulsa dal partito socialista greco. Così come Panzeri è stato sospeso da Articolo 1, la formazione a cui aveva aderito uscendo dal Pd. Tra le conseguenze anche il blocco del voto sulla facilitazione dei visti per i viaggiatori provenienti dal Qatar e dall’Iraq nei paesi dell’Unione, dossier che proprio nei giorni scorsi avrebbe dovuto arrivare alla svolta decisiva. La co presidente del gruppo The Left al parlamento di Bruxelles, la francese Manon Aubry, ha ricordato denunce inascoltate.

«Lanciato l’allarme sull’aggressiva attività di lobbying del Qatar sulla risoluzione che avevo ottenuto per denunciare le sue violazioni dei diritti umani. Durante la negoziazione del testo ho avvertito che alcuni colleghi ripetevano parola per parola la difesa del Qatar».

Il Qatar ovviamente innocente

«Lo Stato del Qatar respinge categoricamente qualsiasi tentativo di associarlo ad accuse di cattiva condotta»: è la dichiarazione di un esponente del Paese del Golfo inviata per e-mail a Politico.eu che ha provato a contattare Doha sull’inchiesta corruzione al Parlamento europeo che sta portando avanti la procura di Bruxelles.

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