Andrea Zhok – Un balletto istituzionale straniante

Andrea Zhok – Un balletto istituzionale straniante

Spread the love
Tempo di lettura: 2 min

Nel bollettino della Banca d’Italia si ribadisce come il Prodotto interno lordo italiano sia tornato a salire nel secondo trimestre ma uno stop completo delle forniture di gas russo spingerebbe il paese verso la recessione. È “moderata la dinamica delle retribuzioni contrattuali in Italia”, si legge sempre nel nuovo bollettino economico della Banca d’Italia. “Nel primo trimestre le retribuzioni contrattuali nell’area dell’euro sono aumentate del 2,8 per cento su base annua”. Dai grafici si evince come l’incremento degli stipendi italiani non raggiunga invece nemmeno l’1%. Se si tiene conto che nel frattempo i prezzi aumentano in media dell’8% significa che i salari sono più bassi del 7% rispetto ad un anno fa. In Francia gli incrementi delle buste paga sono stati di oltre il 2%, in Germania del 2% (ma si sale a + 4,3% considerando le una tantum), in Spagna del 2,4%.

Nel mentre invece in Italia l’impressione rispetto al balletto istituzionale di ieri è straniante, scrive Andrea Zhok su L’Antidiplomatico.

Quel che resta del M5S, dopo aver visto gli ultimi sondaggi, è stato attraversato da un piccolissimo sospetto e si è immaginato a breve in compagnia degli stegosauri, nella compagine degli organismi estinti.

Così hanno deciso di inscenare un finto rabbuffo al presidente del consiglio. Dopo aver firmato, controfirmato e annuito entusiasti per mesi alla qualunque, dal green pass all’invio di armi nel nome della russofobia, hanno deciso di botto di fare la faccetta corrucciata a premier. La speranza era che gli italiani, complici magari le vacanze e il caldo, cancellino dalla memoria l’organicità del M5S al peggior governo di sempre e gli riconcedano pian piano una nuova verginità da “combattenti del popolo”, giusto il tempo che serve per arrivare alle prossime elezioni.

Però, sia chiaro, il rabbuffo doveva essere rigorosamente finto, giusto per consentire ai pennivendoli di riempire qualche prima pagina di preoccupazioni pacchiane (“Après Mario le déluge!”). Infatti non hanno votato contro, ma hanno semplicemente voluto segnalare con l’astensione il proprio scontento.

Con loro grande sorpresa Draghi ha colto la palla al balzo ed è salito immediatamente al colle. Già, perché il viceré della Nato in Italia tutto è meno che uno stupido, e capisce benissimo che, dopo aver massacrato il paese e averlo condotto – per obbedienza ad ordini superiori – alla catastrofe industriale incombente, in autunno corre il rischio di venir inseguito con i forconi fin dentro il tinello, e non vede l’ora di lasciare il cerino in mano a qualche utile idiota, che traghetti il paese ad elezioni, meglio ancora se anticipate.

Solo che a questo punto, inopinatamente, Mattarella ha ricordato al premier che stava scappando senza neanche essere stato sfiduciato, e che doveva tornare in Transatlatico “(“Salga a bordo, cazzo!!”).

Morale della favola: dopo aver devastato il devastabile che neanche le cavallette ora siamo alla grande fuga alla ricerca di verginità improbabili o almeno di un buen retiro fuori dai riflettori (“Che se la vedano loro ‘sti mentecatti, io c’ho da nutrire gli alani”).

Intanto il paese cigola e geme sugli scogli come la Costa Concordia, in attesa di venir fatto a pezzi e rimosso dall’orizzonte, per riutilizzo come materia prima altrui.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, L’Antidiolomatico

Fonte foto: webmagazine24

 

 

Italia Politica