Gas, l’Algeria alza il prezzo delle forniture all’Europa

Gas, l’Algeria alza il prezzo delle forniture all’Europa

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Da “salvatore” dell’Europa, l’Algeria sceglie di approfittare della corsa dei prezzi e di massimizzare i profitti. E lo fa proprio mentre l’Unione europea si affanna per riempire gli impianti di stoccaggio in vista dell’inverno. A dare l’annuncio è la compagnia di idrocarburi statale algerina Sonatrach, che alla luce di esportazioni aumentate del 70% rispetto allo stesso periodo del 2021 ha deciso di “attivare la clausola di revisione dei prezzi”

Di Franz Baraggino

E’ corsa alle scorte di gas e mentre l’Unione europea è ancora divisa sulla fissazione di un tetto al prezzo delle importazioni russe, brutte notizie arrivano dal nostro nuovo, principale fornitore, l’Algeria. La compagnia di idrocarburi statale algerina Sonatrach ha infatti annunciato di voler aumentare i prezzi del gas e massimizzare i profitti. Complice la fuga dalle forniture di Mosca, “l’aumento delle esportazioni algerine di idrocarburi è stato del 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”, ha detto l’ad del gruppo Toufik Hekkar. L’aumento del prezzo per ora non dovrebbe riguardare l’Italia, che ha appena chiuso un accordo con Algeri per l’aumento di forniture e siglato nuovi contratti tra Eni e la stessa Sonatrach. Che però sta già trattando la cosa con altri paesi Ue e proprio mentre l’Europa corre per raggiungere la soglia minima di riempimento degli stoccaggi, tra l’80 e il 90%, necessaria ad affrontare il prossimo inverno.

“Sonatrach ha deciso di attivare la clausola di revisione dei prezzi alla luce del forte aumento dei prezzi del gas sul mercato internazionale”, ha annunciato l’ad di Sonatrach, Hekkar, in una conferenza stampa ad Algeri, spiegando di aver avviato contatti con i partner europei per rivedere le clausole contrattuali delle forniture e di aver già raggiunto un accordo con tre Paesi mentre con gli altri le trattative sono in corso. L’economia dell’Algeria, membro dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (Opec), dipende dagli idrocarburi per circa il 90%. Nonostante l’impegno del presidente Abdelmadjid Tebboune per un piano di ripresa economica basato sulla diversificazione, è impensabile che gli algerini voltino le spalle alle leggi del mercato. Con le esportazioni più che raddoppiate rispetto agli stessi mesi del 2021 per un valore di 21,5 miliardi di dollari nei primi cinque mesi dell’anno e un incremento nella produzione di idrocarburi del 2%, l’Algeria guarda ai suoi interessi e alza i prezzi delle forniture all’Europa.

Le indiscrezioni raccolte appena tre giorni fa dall’agenzia Reuters sono già realtà, con il gruppo algerino che – ha spiegato Reuters – intende slegare l’indicizzazione dei contratti dalle quotazioni medie dei prodotti petroliferi (Brent), e di spostarla verso il TTF, l’indice virtuale di scambio situato nei Paesi Bassi, dove quest’anno i contratti di riferimento per il gas naturale sono saliti fino al 110% mentre il Brent ha visto un aumento del 55%. Insomma, Algeri decide di approfittare delle conseguenze del conflitto ucraino e di massimizzare i guadagni vista la crescente domanda europea. Un bel guaio per l’Europa, che al momento vede gli stock delle sue riserve al 60% e deve avvicinarsi quanto più possibile al 90% per affrontare con maggiore tranquillità quello che il ministro Cingolani ha definito “un inverno difficile”.

Tratto da: Il Fatto Quotidiano

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