Anche l’India pianifica nuove regole per i social media dopo il “confronto” con Twitter

Anche l’India pianifica nuove regole per i social media dopo il “confronto” con Twitter

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Essendo irritata da una controversia con Twitter, l’India prevede di obbligare le società di social media a cancellare rapidamente i contenuti definiti controversi e ad assistere le indagini. Questo è quanto emerge da una bozza di regolamento trapelata di recente. Le linee guida intermedie pianificate da Nuova Delhi e il codice etico dei media digitali (una copia del quale è stata vista dall’agenzia di stampa Reuters) nascono mentre varie nazioni in tutto il mondo cercano di affermare un controllo più stretto sulle potenti aziende Big Tech. Facebook in queste settimane sta affrontando una reazione globale da parte di editori e politici dopo aver bloccato i feed di notizie in Australia in una disputa con il governo sulla condivisione delle entrate. In India, Twitter ha ignorato gli ordini di rimuovere i contenuti durante le proteste degli agricoltori, accrescendo lo zelo del governo del primo ministro Narendra Modi per rafforzare la regolamentazione per i contenuti che ritiene disinformazione o illegali.

L’ultima bozza di regole – che sarebbe legalmente applicabile – afferma che le aziende dovrebbero rimuovere i contenuti il ​​prima possibile ma non oltre le 36 ore, a seguito di un ordinanza governativa o legale. Devono anche fornire assistenza nelle indagini o in altri incidenti relativi alla sicurezza informatica entro 72 ore dalla richiesta. Inoltre, se un post raffigura un individuo in un atto osceno o in una condotta sessuale non appropriata, le aziende dovranno disabilitare o rimuovere tale contenuto entro un giorno dal ricevimento di un reclamo. Twitter, che non ha rimosso tutti gli account che secondo il governo avrebbero diffuso menzogne ​​sulle proteste degli agricoltori contro le leggi agricole, ha rifiutato di commentare.

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“Esercitare la dovuta cautela e discrezione”

La bozza di proposta richiede inoltre alle società di nominare un “chief compliance officer”, un altro dirigente per il coordinamento delle forze dell’ordine e un “funzionario addetto alla gestione dei reclami”. Tutti dovranno essere cittadini indiani residenti. Non è chiaro quando queste indiscrezioni saranno confermate ufficialmente e se subiranno delle modifiche. Fonti del settore affermano che nuove normative governative potrebbero colpire i piani di investimento delle aziende Big Tech in India, le regole si applicherebbero anche ad altri media digitali o online.

Nella bozza leggiamo anche che: “Un editore deve prendere in considerazione il contesto multirazziale e multireligioso dell’India ed esercitare la dovuta cautela e discrezione quando presenta nei propri lavori le attività, le credenze, le pratiche o le opinioni di qualsiasi gruppo razziale o religioso”. Facendo riferimento a film e altre forme di intrattenimento, compresi i periodici sul web, la bozza di regole richiede una “classificazione” per descrivere il contenuto e consigliare eventualmente discrezione per alcune categorie di persone. Piattaforme di streaming come Netflix e Amazon Prime hanno dovuto affrontare lamentele in India per contenuti forti considerati osceni dall’opinione pubblica.

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