Via libera alle trivelle: quale ”transizione ecologica”?

Via libera alle trivelle: quale ”transizione ecologica”?

Spread the love
Tempo di lettura: 2 min

Il Ministero della Transizione Ecologica rinnova le concessioni di Eni e permette l’apertura di nuovi pozzi per l’estrazione di idrocarburi

Nelle scorse settimane, il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) guidato da Roberto Cingolani, in concerto con quello della cultura, ha approvato sette decreti di Valutazione Impatto Ambientale (Via) che prevedono la proroga a tredici concessioni, già precedentemente concesse, per l’estrazione di metano e petrolio. Dodici appartengono all’Eni. Come se non bastasse, i progetti includono anche permessi per perforare e trivellare in più di 20 nuovi pozzi che si trovano in zone già autorizzate. Si tratta, sia di impianti distribuiti lungo tutto il litorale orientale dell’Italia, a partire dal Veneto e dall’Emilia Romagna, per arrivare nelle Marche e in Abruzzo, fino al Canale di Sicilia, sia di piattaforme a terra situate nel centro Italia. Uno dei nuovi pozzi, nominato Calipso 5 Dir, si trova in una delle piattaforme Eni a largo dell’Adriatico, tra Falconara e Ancona. Si è, infatti, conclusa con esito “positivo” la procedura di Valutazione Impatto Ambientale inerente a tale progetto.
Queste disposizioni sembrano scontrarsi con la presunta moratoria, disposta in attesa del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (PiTESAI). Quest’ultimo avrebbe dovuto essere approvato dal Ministro dello sviluppo economico insieme al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, entro il 12 Febbraio 2021. Ma purtroppo ci sono stati ancora gravi ritardi e come ha affermato il neo ministro Roberto Cingolani in videoconferenza: “È intenzione del ministero della Transizione ecologica definire il PiTESAI entro i termini di legge del prossimo 30 settembre”. Questa attesa però, che dura ormai da molto tempo, lascia il Paese in una posizione di arretratezza per quanto riguarda la difesa dell’ambiente e oltretutto, fino all’approvazione del piano, la sospensione momentanea sembra non valere per i permessi vigenti.

Segui Vivere Informati anche su FacebookTwitter e Instagram per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie dall’Italia e dal mondo

All’interno della moratoria infatti ricadrebbero solo le concessioni di nuove coltivazioni e non le autorizzazioni per aree già legittimate, come quella dove verrà perforato il Calipso Dir 5. A sostenere tale ipotesi è stato anche l’ultimo Bollettino Ufficiale degli Idrocarburi e delle Georisorse (BUIG), uscito lo scorso 31 marzo 2021, il quale contiene una lunga serie di proroghe delle concessioni di coltivazione già esistenti possedute dalla società Eni.
“Siamo esterrefatti”, ha detto deputato del M5S Giovanni Vianello, membro della commissione Ambiente alla Camera, “il Mite avrebbe potuto aspettare l’ormai vicina approvazione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee”.
Tale piano infatti, dovrebbe rappresentare uno strumento normativo utile alle Regioni, alle Province e agli Enti locali per l’individuazione programmatica delle aree dove consentire o meno le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi. La valutazione delle aree geografiche si baserebbe sulle caratteristiche territoriali, sociali, industriali, urbanistiche, morfologiche, dell’impatto sull’ecosistema delle rotte marittime. L’obiettivo del Piano sarebbe inoltre valorizzare criteri come la sostenibilità ambientale e socio-economica delle diverse zone, marine e a terra, per ridurre ed annullare gli impatti derivanti dalle attività di estrazione.
A questo punto ci si chiede cosa intenda veramente l’attuale governo per “Transizione Ecologica”, visto che parole e azioni ad oggi sono molto contraddittorie. Da anni, ormai, l’Italia ha bisogno di una svolta decisiva in campo ambientale, ma purtroppo non sembra arrivare nemmeno con questo nuovo Ministero. Permettere la trivellazione e la perforazione nel Mar Adriatico, in cerca di idrocarburi, infatti non rappresenta assolutamente un buon primo passo per cominciare ad occuparsi e soprattutto a risolvere l’emergenza ambientale che stiamo vivendo.

Tratto da: Antimafiaduemila

Pensi che alle tue amiche e ai tuoi amici possa interessare questo articolo? Condividilo

Italia