«Se fossimo davvero in una dittatura, non potreste neanche protestare»

«Se fossimo davvero in una dittatura, non potreste neanche protestare»

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Gilberto Trombetta su l’Antidiplomatico scrive: «Se fossimo davvero in una dittatura, non potreste neanche protestare», dicevano sornioni quelli favorevoli al lasciapassare governativo. A Trieste il neoeletto sindaco di centrodestra e il questore vietano le manifestazioni in piazza (almeno) fino al 31 dicembre.

Nel mentre il Governo pensa di estendere lo stato di emergenza anche nel 2022, trasformandolo di fatto in uno stato di eccezione (permanente). Siamo passati dal vincolo esterno (NATO, UE ed Eurozona), al vincolo interno (il lasciapassare governativo, come nel 1938). Non è una dittatura, ma la deriva autoritaria e antidemocratica del Governo Draghi dovrebbe mettere in allarme tutti.

Anche queste volta qual è la motivazione cardine per comprimere ulteiormente la libertà di manifestare? Presunte criticità che la sanità triestina avrebbe raggiunto a seuito, afferma chi agisce nel senso di ulteriori limitazioni delle libertà, delle manifestazioni.

Gianluigi Paragone nel suo blog scrive: Una bufala montata ad hoc. Quando parliamo di regime del pensiero unico ci riferiamo a tutti quei racconti che vengono intessuti e ricamati appositamente per difendere l’unica narrazione che vogliono dare.

Allarmismo senza fine, sieri ad ogni costo, non esistono effetti collaterali, i no Green pass sono aggressivi e criminali… L’ultima è quella che fa riferimento al caso di Trieste. Con uno -squallido- servizio andato in onda sulla Rai, il TG “informa” con queste parole: “Prima i cortei contro il green pass e adesso l’impennata dei contagi. Trieste rischia di tornare in zona gialla. È il focolaio più importante del Friuli Venezia Giulia. Colpa degli assembramenti dei giorni scorsi, che la polizia ha dovuto addirittura disperdere con gli idranti. Gli ospedali sono in difficoltà per il gran numero di persone che si sono ammalate di Covid e si sono presentate nei pronto soccorso con i sintomi della polmonite. I letti sono tornati a riempirsi e i reparti dedicati ai positivi e al coronavirus sono saturi”.

Tralasciando per un attimo la verità dei dati, con quanta leggerezza viene data per scontata la certezza con cui si stabilisce in modo assoluto il nesso di causalità tra le manifestazioni di protesta triestine e il peggioramento della situazione ospedaliera?

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“Gli ospedali sono in difficoltà per il gran numero di persone ammalate di Covid… I letti sono tornati a riempirsi”. Ma si può davvero ritenere che i casi siano aumentati a Trieste? Il Blog di Nicola Porro smonta la bufala costruita. Dopo la costruzione fornita dalla voce di fondo del servizio del Tg segue la breve intervista a uno dei medici del principale ospedale del capoluogo friulano. Il medico ha dichiarato che dai primi di ottobre i ricoveri causati dal virus sono raddoppiati, passando da 2 a 4 al giorno. “Un dato che, a tutta prima, visto anche l’avvicinarsi dell’inverno, non sembrerebbe  particolarmente catastrofico”, viene sottolineato nell’articolo di critica del blog di Porro.

I numeri dello scorso anno sono sufficienti comunque per svelare quanto il reportage della Rai, servizio pubblico, sia stato confezionato apposta per descrivere la situazione ospedaliera come prossima al collasso. “Il 30 ottobre del 2020 in Friuli Venezia Giulia si registravano 505 contagi -con 6.107 tamponi eseguiti-, 7 decessi, 35 terapie intensive occupate e 161 pazienti Covid ricoverati in altri reparti. Oggi si contano 249 positivi –con ben 23.036 tamponi fatti-, 3 morti, 12 terapie intensive impegnate e 63 pazienti Covid ricoverati con sintomi”, riferisce il sito.

Insomma, se qualcosa “andrà storto”, qualsiasi cosa, sappiamo già a chi saranno pronti ad addossare le colpe. In questo caso, a fare comodo come capro espiatorio, è toccato ai no-green pass del porto di Trieste. Chi sarà la prossima vittima a finire nel mirino del pensiero unico che criminalizza chiunque si “azzardi” a pensarla diversamente?

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