La variante russa

La variante russa

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Di Margherita Furlan
Ieri negli studi che hanno accolto Vladimir Putin sono arrivate 1 milione mezzo di domande da cittadini di tutto l’esteso territorio russo; di queste, 675mila domande sono arrivate via telefono. Il tradizionale appuntamento della linea diretta con il capo del Cremlino non ha in ogni caso disatteso le aspettative. Putin ha colto l’occasione per dire la sua sullo sconfinamento avvenuto la scorsa settimana da parte del cacciatorpediniere britannico Defender in acque russe. Il presidente russo ha sottolineato l’aspetto politico della provocazione nel Mar Nero, precisando che la nave da guerra “stava chiaramente perseguendo obiettivi militari”.
Secondo Putin “non solo il Regno Unito, ma anche gli Stati Uniti hanno preso parte alla provocazione al largo della Crimea”. Difatti un aereo da ricognizione statunitense era partito da una base NATO della Grecia nelle prime ore dello stesso giorno. Eppure, “solo pochi giorni prima c’era stato il vertice a Ginevra, quindi perché fare una simile provocazione?”, ha precisato Putin, aggiungendo che “anche se l’Occidente non riconosce i risultati del referendum popolare avvenuto in Crimea prima della sua riunificazione con la Russia, non c’è alcun senso nel cercare di inscenare provocazioni di tal fatta”. In ogni caso, ha chiosato il capo del Cremlino, “la provocazione degli Stati Uniti e della Gran Bretagna nelle acque territoriali russe non avrebbe potuto far scoppiare la Terza Guerra Mondiale, nemmeno se la Russia avesse affondato l’HMS Defender, poiché l’Occidente sa che non potrebbe uscirne vittorioso. E’ questo che fa la differenza.”
Comunque, noi, ha sottolineato Putin, “non saremo contenti dello sviluppo degli eventi, ma almeno noi sappiamo per cosa combattiamo. Lottiamo per noi stessi, per il nostro futuro sul nostro territorio. Non siamo andati noi da loro a migliaia di chilometri di distanza, o in volo o in acqua, sono venuti loro nei nostri confini e hanno violato le nostre acque territoriali”, ha detto Putin. Il capo di Stato ha anche commentato le esercitazioni navali Sea Breeze della NATO, che si stanno svolgendo nella parte ucraina del Mar Nero. “Hanno fatto un gran clamore per il fatto che stavamo conducendo esercitazioni sul nostro territorio vicino ai confini ucraini. Ho dato istruzioni al ministero della Difesa di finire in silenzio e ritirare le truppe, visto che qualcuno è così preoccupato. L’abbiamo fatto.
Ma invece di rispondere positivamente a questo e dire “ok, abbiamo capito la vostra reazione alla nostra indignazione”, cosa hanno fatto? Si sono spinti fino ai nostri confini”, ha detto Putin. E lo stesso è accaduto il giorno dopo, il 24 giugno, quando la fregata della marina olandese Evertsen si è diretta verso lo stretto di Kerch. Per prevenire la violazione del confine di stato, sono intervenuti i caccia Su-30SM e i bombardieri Su-24M. Dopo la comparsa degli aerei russi, la nave ha cambiato rotta.

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Le scoperte “casuali” della BBC

Per sgombrare le nuvole uggiose dei dubbi e della ciarlataneria, Putin ha anche precisato che “non considera il popolo ucraino un popolo ostile. Ucraini e russi sono lo stesso popolo, ha detto, ma è la leadership ucraina a essere chiaramente ostile alla Russia, semplicemente perchè il paese è sotto il controllo straniero. I problemi chiave dell’Ucraina non vengono gestiti a Kiev, ma a Washington, e in parte a Parigi”.
Così ha riferito Putin. E noi, a questo punto, dovremmo chiederci perchè non riusciamo a uscire dalla trappola degli specchi deformanti di un labirinto apparentemente impercorribile, dato che siamo difronte a un puzzle cangiante, mobile, per molti aspetti imprevedibile. Per rispondere alla nostra domanda dovremmo tenere conto del prezioso suggerimento che ci venne dato da Robert Musil, quando scrisse: “Si può affermare che il mondo, nonostante tutta l’intelligenza che contiene, si trova in uno stato affine all’imbecillità, cosa che non deve perdere d’occhio chi voglia spiegare nell’insieme tutti gli avvenimenti che vi si svolgono.” La letteratura classica ci fornisce sempre soluzioni chiare a problemi spesso inventati dalle nostre menti attorcigliate nel gorgo dei consumi e della semplificazione della realtà.
Eppure non dovrebbe essere difficile comprendere che la Russia non solo occupa la settima parte del globo, ma è stata anche collocata dal destino a cavallo di due continenti che hanno ospitato quasi tutte le più antiche culture dell’uomo. Chi tocca la Russia quindi deve sapere che produce onde gigantesche come quelle dei grandi terremoti sottomarini; onde che si infrangeranno su tutte le coste del pianeta, sulle spiagge di tutti i continenti; anche in vacanza, anche con varianti delta o simili. Perchè la Russia, suo malgrado, è ancora costretta a svolgere un ruolo centrale nella definizione dei contorni del futuro dominio del mondo. Sempre che ve ne sia ancora uno.
Fonte: Casa del Sole.tv
https://youtu.be/4shYlxycjPU
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