Senato approva la tanto criticata riforma Cartabia

Senato approva la tanto criticata riforma Cartabia

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CSM. SENATO APPROVA RIFORMA CARTABIA. 137 SÌ, 37 NO

Nonostante le numerose critiche di molti magistrati autorevoli (clicca per approfondire) come; Antonino Di Matteo, sebastiano Ardita, Nicola Gratteri, la rifroma Cartabia è stata approvata ache in Senato. La riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, confermando il testo già licenziato dalla Camera, che è dunque legge. I sì sono stati 173, i no 37, gli astenuti 16.

Il nuovo assetto normativo è ‘inutile’ da una parte e ‘dannoso’ dall’altra come più volte aveva sottolineato il magistrato Di Matteo nelle scorse ssettimane. Le criticità sollevate in merito alla nuova riforma marchiata Cartabia sono state molte: tra cui la separazione di fatto delle carriere, storica bandiera di Forza Italia, la gerarchizzazione esasperata all’interno degli uffici giudiziari, per poi passare alla istituzione delle ‘pagelle’ di valutazione dei singoli magistrati. Il testo, già approvato alla Camera, ora è al vaglio delle Commissioni in attesa di essere approvato dall’assemblea del Senato.

Il nuovo sistema elettorale rafforzerà le correnti

Il consigliere togato del Csm Nino Di Matteo, sentito un mese fa in commissione, aveva diviso sostanzialmente il nuovo testo normativo in due parti distinte: una ‘inutile’ “a risolvere la patologia dell’improprio condizionamento correntizio dell’attività del CSM” e l’altra ‘pericolosa’ “per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e del singolo magistrato, soprattutto per quel che riguarda i magistrati del pubblico ministero“.

Per quanto riguarda il nuovo sistema elettorale del Csm, Di Matteo ha detto che non inciderà “significativamente rispetto al passato, ma anzi per certi versi potrebbe finire per rafforzare il potere dei gruppi associativi, soprattutto di maggioranza, rispetto agli altri gruppi e rispetto alle altre candidature cosiddette indipendenti”.

Secondo il magistrato palermitano, come aveva già detto in altre sedi, “l’unica soluzione” compatibile “con la costituzione, per scompaginare la patologia delle candidature” era “quella del sorteggio temperato“. “Ritengo – ha aggiunto – che il sistema elettivo dei togati disegnato in questa norma, rafforzerà il potere delle correnti” e che non sarà in grado di “rendere il consiglio superiore impermeabile alla politica”, data l’assenza, “per quanto riguarda i membri laici” di “qualsiasi previsione di incompatibilità diversa da quelle previste dall’articolo 104 della costituzione e dall’articolo 33, della legge istitutiva del Csm”.

Tratto da: Antimafiaduemila

Giustizia Politica