Allarme Gratteri: ”Ritardi sul Recovery Fund rischiano di agevolare mafie”

Allarme Gratteri: ”Ritardi sul Recovery Fund rischiano di agevolare mafie”

Spread the love
Tempo di lettura: 2 min

“I ritardi sul Recovery Fund rischiano di agevolare le mafie”. E’ questo l’allarme lanciato dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, in una intervista ieri a LaChirico.it. “Bisogna fare in fretta – ha spiegato Gratteri – come insegna la storia, le mafie hanno sempre cercato di sfruttare pandemie e calamità naturali. Se i fondi europei tardano ad arrivare, si rischia di agevolare chi ha soldi da investire sul territorio e non lo fa certo per generosità. Nel contempo, bisogna tenere gli occhi aperti per evitare che i fondi vadano a finire nelle mani sbagliate”.
E sull’impennata dei reati di usura registrata negli ultimi mesi soprattutto nel Mezzogiorno, Gratteri ha aggiunto: “L’aumento è un segnale da non sottovalutare. Significa che c’è gente che non riesce più ad andare avanti e altra gente che sta cercando di lucrare su queste sofferenze. A finire nella rete degli strozzini spesso sono anche imprenditori e commercianti”.

Segui Vivere Informati anche su Facebook e Twitter per rimanere sempre aggiornato sulle ultime notizie dall’Italia e dal mondo

Nell’intervista Gratteri ha toccato anche altri argomenti. Sul maxi processo “Rinascita Scott” ha spiegato che si tratta di “una delle tante inchieste che portiamo avanti, frutto del lavoro di squadra. Non è l’indagine di Gratteri ma è un’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Mi auguro di farne ancora tante e non cerco affatto di emulare Giovanni Falcone. Falcone era un gigante”.
Rispetto alle considerazioni di Roberto Saviano che in qualche maniera ha perdonato Maradona per i suoi rapporti con il clan Giuliano, Gratteri dice: “Le confesso che non seguo il calcio. Posso solo dire che i personaggi pubblici devono stare più attenti degli altri alle persone che frequentano perché sono sempre sotto i riflettori. Maradona veniva da una terra lontana, forse è stato anche mal consigliato”.
Ed infine è tornato a parlare del correntismo: “Sono a Catanzaro per mia scelta, non lo ritengo un confinamento. Qui sto bene e faccio la vita che mi sono scelto, non ho rimpianti. Le correnti, animate in origine da buone intenzioni, hanno subito nel tempo una degenerazione che certo non aiuta i cittadini ad avere fiducia nella giustizia”.

Tratto da: Antimafiaduemila

Pensi che alle tue amiche e ai tuoi amici possa interessare questo articolo? Condividilo!

Economia Italia