Strage Ponte Morandi: Aspi e Spea verso il patteggiamento. Quasi 30 mln la cifra indicata

Strage Ponte Morandi: Aspi e Spea verso il patteggiamento. Quasi 30 mln la cifra indicata

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E’ attesa per il 7 aprile al palazzo di giustizia di Genova la decisione del giudice per l’udienza preliminare Paola Faggioni sul rinvio a giudizio per i 59 imputati per il crollo del Ponte Morandi e sui patteggiamenti richiesti alla procura di Genova da Autostrade per l’Italia e dalla controllata Spea Engineering – che si occupava delle manutenzioni e delle ispezioni sulla rete – ottenendo l’ok dei pubblici ministeri Massimo Terrile e Walter Cotugno. L’importo complessivo – che dovrà essere approvato dal gip per diventare esecutivo – sarà di quasi trenta milioni di euro per i lavori di retrofitting mai eseguiti: così Aspi e Spea, come riportato dal Fatto Quotidiano, evitano le sanzioni interdittive ma dovranno versare sanzioni pecuniarie pari rispettivamente a un milione di euro e a 800mila euro, mentre la concessionaria ha messo a disposizione per il sequestro preventivo la somma di 26.857.433 euro, “importo corrispondente al complessivo valore del progetto di retrofitting (rafforzamento, ndr) degli stralli delle pile 9 (quella crollata, ndr) e 10 del viadotto Polcevera” approvato dal ministero delle Infrastrutture a giugno 2018 e mai realizzato, che secondo l’ipotesi accusatoria (e la maxi-perizia disposta dal gip in sede di incidente probatorio) avrebbe evitato il verificarsi del disastro. Le due società sono imputate – insieme a 59 persone fisiche – in base al decreto 231/2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi nel loro interesse o a loro vantaggio.  Alla concessionaria sarà sequestrata la somma di 26.857.433 euro, “importo corrispondente al complessivo valore del progetto di retrofitting” che secondo l’ipotesi accusatoria (e la maxi-perizia disposta dal gip) avrebbe evitato il verificarsi del disastro.
L’ipotesi di chiedere il patteggiamento era stata già stata presa in considerazione da Autostrade già nel febbraio 2020, come certifica un’intercettazione (agli atti del procedimento, ma esclusa dal fascicolo durante l’udienza stralcio) riportata dal Fatto Quotidiano. A parlare sono stati Amedeo Gagliardi, responsabile ufficio legale di Aspi, e Sergio Erede, dello studio Bonelli-Erede assiste la concessionaria sul piano civile/amministrativo. “Non so se a quel punto è meglio… immaginare che provi un patteggiamento… Aspi ne esca… e poi… gli imputati si faranno il loro processo… si scanneranno uno con l’altro… a quel punto… la convenzione è in salvo… Autostrade magari esce pagando la sua sanzione 231 (il riferimento è al decreto 231/1990)… senza interdittiva e sparisce dalla faccia della terra, diciamo così. Ma questa, come dire… è veramente un’illazione mia” aveva detto Gagliardi.

L’accordo raggiunto


I pm hanno scritto nell’atto di consenso al patteggiamento che “tale quantificazione del profitto dei reati suscettibile di confisca sia condivisibile, giacché corrisponde al risparmio di spesa realizzato dalla società mediante l’omissione dell’intervento che avrebbe evitato la commissione dei reati di omicidio colposo aggravato plurimo e di lesioni colpose aggravate plurime”, e “rilevato che emerge la necessità di garantire l’effettività del vincolo fino al passaggio in giudicato della confisca”, la procura chiede “di emettere decreto di sequestro preventivo della somma di euro 26.857.433, giacente sul conto corrente dedicato e vincolato, ordinandone altresì la confisca”.
Da specificare che tale accordo, anche se sarà convalidato, non tocca  la questione dei risarcimenti che Aspi e Spea, in quanto responsabili civili, sarebbero costrette a versare, in caso di condanna, alle parti civili costituite nel processo (tra cui le due famiglie delle vittime che non hanno accettato gli indennizzi extragiudiziali). Ma costituisce, come ha detto all’Adnkronos la portavoce del comitato dei parenti vittime del Ponte Morandi, Egle Possetti, “un’ammissione di colpa. Vuol dire che l’impianto accusatorio della procura di Genova è importante. Allo stesso tempo pensiamo che avrà degli effetti positivi sull’iter processuale”.
Per me questa è una grande vergogna, proprio un’onta sul nostro Paese. Dopo quello che è successo in nessun Paese al mondo sarebbe avvenuta questa trattativa” ha detto a La Presse Egle, “Altro che la ricostruzione di un ponte in tempi brevi – prosegue Possetti – qui abbiamo dato il segnale proprio di una restaurazione di tutte le vergogne italiane, incarna anni di vergogna questa trattativa“.
“La società responsabile del crollo del Ponte Morandi, della morte di 43 persone e di danni incalcolabili per Genova e per il Paese intero se la caverà con una sanzione irrisoria e, anzi, i suoi soci (con i Benetton in testa) venderanno le quote allo Stato realizzando ulteriori miliardi di profitto. Con il patteggiamento si concluderà una delle più scandalose e tragiche vicende della nostra Repubblica” affermano invece in una nota i parlamentari di Alternativa Mattia Crucioli e Leda Volpi commentando la notizia. “A livello locale – aggiungono – le responsabilità più gravi sono del sindaco Bucci e del presidente della Regione Toti, che hanno accettato la promessa di pochi spiccioli di indennizzo invece di pretendere la condanna di Aspi al risarcimento integrale di tutti i danni causati alle comunità che rappresentano. Bucci ha omesso di calcolare i danni patiti da Genova e dai suoi cittadini, pur trattandosi di un passaggio essenziale per poter trattare seriamente con Aspi”. “I rappresentanti regionali e comunali di Pd e M5s non hanno detto nulla su questo scandaloso epilogo – concludono i due esponenti liguri di Alternativa – perché i loro partiti, a livello nazionale, sono assolutamente coinvolti avendo sostenuto ed approvato la trattativa Stato – Autostrade”.

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La difesa


Nell’udienza di martedì ha parlato il legale di Castellucci, Guido Carlo Alleva. “Nell’udienza preliminare l’accusa si è dilungata per ben undici udienze concentrando il processo sulle ipotesi di responsabilità e sui profili di colpa individuale, senza però affrontare il tema centrale, cioè le cause effettive del crollo, cause che sono state oggetto di ben due perizie scaturite dall’incidente probatorio”, ha detto. “Ho trovato singolare questo aspetto e ancor più singolare che la Procura, per declinare ipotesi di responsabilità individuale del mio assistito ne abbia offerto una rappresentazione distorta, non realistica, non legata ai fatti per come effettivamente si sono svolti. Quindi il compito della difesa è stato e sarà contrapporre la realtà, l’interpretazione lucida, oggettiva dei fatti e al contempo sollevare i problemi di giustizia interna al processo che sono l’unica garanzia possibile di conservazione dello stato di diritto”. Nei prossimi giorni sono previste le repliche dei pubblici ministeri.

Tratto da: Antimafiaduemila, IlFattoQuotidiano

 

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