Pompeo: gli Stati Uniti sono pronti ad “attaccare la Russia” come hanno fatto con l’Iran

Pompeo: gli Stati Uniti sono pronti ad “attaccare la Russia” come hanno fatto con l’Iran

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Il Segretario di Stato degli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione inaspettata secondo cui Washington è pronta ad “attaccare” la Russia nello stesso modo in cui ha fatto con l’Iran quando il generale Qasem Soleimani è stato ucciso.
L’omicidio di Suleimani è un esempio di una nuova strategia americana per scoraggiare gli avversari. La strategia di “vera deterrenza” – che si applica anche a Russia e Cina – ha dichiarato Pompeo, contraddicendo l’affermazione precedente di Trump secondo cui il generale sarebbe stato ucciso a causa di una minaccia imminente.
Qassem Suleimani è stato ucciso come parte di una più ampia strategia di dissuasione delle sfide da parte dei nemici degli Stati Uniti che si applica anche a Cina e Russia”, ha detto il segretario di Stato americano, Mike Pompeo (in foto), diluendo ulteriormente l’affermazione che il generale iraniano fosse stato preso di mira perché stava tramando attacchi imminenti sulle attività statunitensi. “Gli Stati Uniti stanno ora riconoscendo le capacità della posizione più forte che abbiamo mai avuto in relazione all’Iran. In questo momento lo stiamo semplicemente contenendo . Per proteggere davvero la libertà, è importante contenere tutti i nemici. Questo è il punto centrale del lavoro del presidente Trump. Ecco perché sta lavorando così duramente per rendere il nostro esercito il più forte quanto mai stato“, ha affermato il Segretario Generale. In Russia, considerano la dichiarazione di Pompeo “inaccettabile” e ricordano ai politici che “cose ​​del genere non sono mai state fatte con il nostro paese, non lo faranno ora”.
Nel suo discorso presso l’Hoover Institute della Stanford University, Pompeo non ha menzionato la minaccia di imminenti attacchi pianificati da Suleimani. E’ stato solo in risposta a una domanda che ha ribadito la sua precedente affermazione che prevenire tali complotti era la ragione dell’ attacco dei droni degli Stati Uniti del 3 gennaio contro il secondo ufficiale più potente dell’Iran.
Il suo intervento, intitolato “The Restoration of Deterrence: The Iranian Example”, si concentrava su quella che chiamava una strategia dell’amministrazione Trump per stabilire una “vera dissuasione” contro l’ Iran a seguito delle precedenti politiche repubblicane e democratiche che incoraggiavano la “cattiva attività” di Teheran.
Trump, lo scorso lunedì, ha aggiunto nuovo carburante alla controversia dicendo “non importa davvero” se Suleimani rappresentasse una minaccia imminente
Uccidere il generale iraniano ha dimostrato la “giustizia americana”, ha raccontato Trump.

Nota: anche i russi e i cinesi sono avvisati, come tutti gli altri nemici di Washington, da Cuba al Venezuela, al Nicaragua o alla Siria. Ci sarà sempre un aereo o un drone USA che vola alla ricerca dei “nemici” di Washington da eliminare al di fuori di qualsiasi dichiarazione di guerra e di processo giudiziario.
Questo il sistema di giustizia selettiva di Washington (mutuato da Israele) a cui tutti gli alleati si dovranno inchinare e plaudire.
Questo vale anche per gli alleati europei, accettare ed obbedire se non si vogliono avere reazioni dure dalla elite di potere di Washington che non scherza nel trattare i suoi nemici.
In Italia Matteo Salvini si è già distinto come “primo della classe” e si è affrettato subito a “plaudire” al padrone americano: “Trump si che difende la democrazia e sa trattare con i nemici dell’occidente”, ha detto Salvini, nella sua dichiarazione con cui ha voluto dimostrarsi “più realista del re”.

Fonte: Antimafiaduemila, theGuardian.com

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