Caso Open Arms: Salvini rinviato a giudizio a Palermo

Caso Open Arms: Salvini rinviato a giudizio a Palermo

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Il gup di Palermo Lorenzo Jannelli ha rinviato a giudizio il leader della Lega Matteo Salvini, chiamato a rispondere di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo la Procura illegittimamente, alla nave della ong catalana Open Arms, con 147 migranti soccorsi in mare, di attraccare a Lampedusa. Per giorni i profughi rimasero davanti alle coste dell’isola.
Il rinvio a giudizio dell’ex ministro lè stato chiesto dal procuratore capo Francesco Lo Voi, affiancato dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella e dal sostituto Geri Ferrara, e anche dalle parti civili che si erano costituite (oltre a 7 migranti di cui uno minorenne, Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), Arci, Ciss, Legambiente, Giuristi Democratici, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps, comandante della nave e Ana Isabel Montes Mier, capo missione Open Arms).
Il caso Open Arms venne sbloccato dall’intervento della Procura di Agrigento che, dopo avere accertato con un ispezione a bordo le gravi condizioni di disagio fisico e psichico dei profughi trattenuti sull’imbarcazione, ne ordinò lo sbarco a Lampedusa. La difesa di Salvini nel corso dell’arringa ha sostenuto che la decisione del senatore, dettata dall’esigenza di tutelare i confini nazionali e che comunque fosse stata presa dall’intero Governo.

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“L’ex presidente del Consiglio Conte si è espresso in maniera chiarissima – aveva detto chiedendo il rinvio a giudizio il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi per contestare la difesa di Salvini – la concessione del porto sicuro era di competenza esclusiva del ministro dell’Interno. E in consiglio dei ministri non si è mai discusso dei singoli casi”. “Il contratto di governo non parlava affatto di blocco indiscriminato e generalizzato delle navi – aveva affermato Lo Voi – L’accusa è sostenibile nei confronti del senatore Salvini. Non lo diciamo noi, ma il Comitato Onu per i diritti umani, che il 29 gennaio ha condannato l’Italia per essere intervenuta in ritardo per soccorrere un’imbarcazione che addirittura non si trovava all’interno delle nostre acque territoriali”. Per la procura, “la questione è tutta amministrativa e non politica. C’è materia da approfondire in un processo”.
L’ex ministro dell’Interno si è sempre difeso, inviando anche una memoria di 110 pagine al giudice per ribadire il concetto: “Seguivo un preciso indirizzo del governo. Prima la redistribuzione dei migranti in Europa, poi gli sbarchi”. Ma la sua ricostruzione è stata bocciata dal gup Jannelli.
Il processo comincerà il 15 settembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Palermo.

Tratto da: Antimafiaduemila

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