Michelle Bachelet, l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha denunciato, oggi, “l’illegalità” del piano israeliano di annettere la Cisgiordania, avvertendo che le sue “onde d’urto dureranno per decenni”. “L’annessione è illegale. Punto fermo”, ha detto la Bachelet in una dichiarazione scritta ripresa oggi da diversi media arabi: “Qualsiasi annessione. Che si tratti del 30% della Cisgiordania o del 5%”. “Esorto Israele ad ascoltare i suoi ex alti funzionari e generali, così come le molte voci in tutto il mondo, avvertendolo di non continuare su questa pericolosa strada”, ha aggiunto. Notando che “le onde d’urto dell’annessione dureranno per decenni e saranno estremamente pregiudizievoli per Israele, così come per i palestinesi”, l’alto funzionario delle Nazioni Unite sottolinea che c’è ancora tempo per invertire questa decisione. Lo stato ebraico ha fissato il primo luglio come data entro la quale deve decidere in merito all’attuazione del piano degli Stati Uniti per il Medio Oriente. Il 28 gennaio, il presidente Donald Trump, con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha svelato il suo piano per risolvere il conflitto israelo-palestinese sulla base della situazione sul terreno. Il piano prevede la creazione di uno stato palestinese in un territorio piccolo e frammentato e l’annessione da parte di Israele degli insediamenti e della Valle del Giordano nella Cisgiordania occupata. “Le conseguenze precise dell’annessione non possono essere previste, ma possono essere disastrose per i palestinesi, per Israele e per l’intera regione”, ha affermato Bachelet, sottolineando che il segretario generale delle Nazioni Unite aveva invitato il governo israeliano ad abbandonare i suoi piani.
L’annessione “danneggerà gravemente la prospettiva di una soluzione a due stati, ridurrà la possibilità di ripresa dei negoziati e perpetuerà le gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale di cui stiamo assistendo oggi”, ha continuato. Il testo sottolinea che se ci sarà annessione, “le colonie – già una palese violazione del diritto internazionale – quasi certamente si espanderanno, aumentando l’attrito esistente tra le due comunità”. Bachelet osserva inoltre che i palestinesi saranno sottoposti a maggiori pressioni per uscire dall’area annessa e che intere comunità saranno ad alto rischio di trasferimento forzato. Quanto ai palestinesi che vivono al di fuori dell’area annessa, secondo le Nazioni Unite, rischiano di essere privati dell’accesso alle loro risorse naturali.
L’Ufficio dell’Alto Commissario sottolinea che le restrizioni al diritto alla libera circolazione aumenteranno drasticamente man mano che i centri della popolazione palestinese diventeranno “enclavi”. Le Nazioni Unite temono anche che l’accesso umanitario possa essere ostacolato ed è preoccupato per il difficile accesso dei palestinesi a terreni e servizi agricoli, come l’istruzione e la salute.
Tratto: Antimafiaduemila
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