Finisce l’era Merkel: Olaf Scholz è il nuovo cancelliere tedesco

Finisce l’era Merkel: Olaf Scholz è il nuovo cancelliere tedesco

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Con 395 voti il socialdemocratico Olaf Scholz (63 anni) è stato eletto dal Bundestag come nuovo cancelliere tedesco ponendo di fatto fine alla dirigenza di Angela Merkel durata ormai 16 anni. Dopo aver giurato davanti ai deputati, Scholz si è poi recato nella sede della Cancelleria, dove è stato accolto da Merkel per il passaggio di consegne. “Sarà un nuovo inizio per il nostro Paese. In ogni caso farò di tutto per lavorare in tal senso“, ha detto il nuovo capo del governo tedesco sottolineando che ora “la sfida è uscire dalla pandemia“. Numerosi leader si sono congratulati con lui per l’elezione: il presidente cinese, Xi Jinping, che in un messaggio ha espresso la sua volontà di lavorare insieme a Scholz per “rafforzare la fiducia politica reciproca ed espandere la cooperazione”; i vertici dell’Ue come ad esempio la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che in un tweet ha augurato a Scholz “un buon inizio” aggiungendo che attende con impazienza una “continua collaborazione fiduciosa per un’Europa forte”; il presidente francese, Emmanuel Macron, su Twitter, ha salutato con favore l’elezione di Scholtz a nuovo cancelliere tedesco e promesso di “scrivere insieme il prossimo capitolo. Per i francesi, per i tedeschi, per gli europei”. Il Cremlino, tramite il portavoce Dmitri Peskov, ha detto di auspicare “relazioni costruttive”. “Ci impegniamo per la continuità, per stabilire relazioni costruttive tra il presidente Putin e il nuovo cancelliere”, ha affermato Peskov, sottolineando che l’auspicio di continuità comprende anche il progetto di gasdotto Nord Stream 2.
Tuttavia il neo cancelliere tedesco ha fatto già sapere che ci saranno possibili “conseguenze” per il gasdotto Nord Stream 2, in caso di un’invasione russa dell’Ucraina.

 

Il nuovo cancelliere e il programma di governo


Taciturno e molto pacato nei modi, il 62enne ex sindaco di Amburgo, la seconda città più grande della Germania, era entrato nel partito quando aveva 17 anni e da giovane si era più volte schierato con l’estrema sinistra. Eletto per la prima volta in Parlamento nel 1998, è stato segretario generale della Spd tra il 2002 e il 2004, periodo nel quale fu costretto a difendere le impopolari riforme economicamente liberali del cancelliere Gerhard Schröder con uno stile di comunicazione molto formale e robotico. Questo gli è valso il soprannome di “Scholzomat” (coniato per lui da ‘Die Zeit’ unendo il suo cognome alla parola Automat, che indica un distributore automatico o una macchina). “Ero l’uomo incaricato di vendere il messaggio. Ho dovuto dimostrare una certa implacabilità” aveva detto più volte, spiegando di essersi sentito “davvero un ufficiale“. “Non c’era margine di manovra“. Si trattava di dimostrare assoluta lealtà nei confronti del leader del partito e cancelliere e alla stessa Spd. “Non stavo cercando di salvare me stesso ma il partito“.
Nel suo programma di governo la questione dell’austerity sarà centrale, ma per il momento sembra che la coalizione voglia proseguire il lavoro di Scholz da ministro delle Finanze: il programma di governo sottoscritto da Spd, Fdp e Verdi cita espressamente il Patto di stabilità europeo e apre a una riforma che ammorbidisca il rigore e sia più in linea con le richieste dei Paesi del Sud, ossia Francia, Italia e Spagna.
I tre partiti inoltre hanno concordato l’aumento del salario minimo per portarlo a dodici euro all’ora, ma anche di garantire l’attuale livello pensionistico, escludendo i tagli e l’innalzamento dell’età pensionabile.
La nuova maggioranza intende dare anche il diritto di voto ai sedicenni e togliere le attuali restrizioni per i migranti ammessi nel quadro del ricongiungimento familiare. Tra le novità per gli stranieri spicca anche il diritto a presentare richiesta di cittadinanza dopo cinque anni di residenza, oltre alla possibilità di avere la doppia cittadinanza, una grande novità per le migliaia di persone di origine turca che restano di nazionalità straniera anche dopo decenni in Germania. Infine il prossimo governo di Berlino prevede “idealmente” l’abbandono del carbone come fonte energetica entro il 2030, in anticipo rispetto al 2038 fissato in precedenza. Sempre entro la fine del decennio, secondo l’accordo di legislatura, l’80 per cento dell’elettricità consumata nel Paese dovrà provenire da fonti rinnovabili. La nuova coalizione ha preso l’impegno di costruire 400.000 nuovi appartamenti all’anno per combattere la crisi abitativa e tra le altre misure annunciate ci sono infine l’aumento del 25 per cento del trasporto merci su rotaia e il raggiungimento delle 15 milioni di auto elettriche sulle strade tedesche entro il 2030.

Tratto da: Antimafiaduemila

Cronaca Europa Politica