Made in Italy, Coldiretti, paesi G20 lo taroccano per 100 miliardi. Ecco quali

Made in Italy, Coldiretti, paesi G20 lo taroccano per 100 miliardi. Ecco quali

Spread the love
Tempo di lettura: 3 min

Agroalimentare: Coldiretti, falsi Made in Italy valgono oltre 100 miliardi

Ha superato i 100 miliardi di euro il valore dei falsi Made in Italy nel mondo. E’ il calcolo di Coldiretti, secondo cui “i piu’ attivi taroccatori del cibo Made in Italy nel mondo sono i paesi ricchi ed emergenti del G20 che approfittano della pandemia per sostituire i prodotti tricolori con imitazioni di bassa qualita’”.

In occasione del G20 dell’agricoltura di Firenze, in Piazza Santa Croce e’ stata allestita una grande mostra delle piu’ incredibili imitazioni dei veri prodotti italiani scovati nei 20 Paesi partecipanti al Summit sull’agricoltura di Firenze. Un denuncia pubblica per chiedere ai grandi della Terra un intervento immediato contro un fenomeno vergognoso che ha un impatto devastante sull’economia nazionale e ha gia’ raggiunto valori pari a a piu’ del doppio delle esportazioni agroalimentari Made in Italy.

Se gli argentini si sono specializzati nella produzione di formaggi che richiamano alle nostre Dop piu’ prestigiose – spiega Coldiretti – come il Reggianito o il Grana Pampeana, magari “innaffiati” da Marsala fasullo e Bordolino Vino Tinto, in Australia va forte il Perfect Italiano Parmesan, tarocco del nostro Parmigiano reggiano, da grattugiare sopra le San Remo Penne. Anche il Brasile e’ una miniera di falsi che vanno dalla Mortadela al Parmesao fino al Caccio Cavalo, cosi’ come i canadesi che non si vergognano di vendere prodotti come il Veneto Salami o il provolone e il montasio made in acero“, fino al kit di polveri per fare il Chianti.

Imprese: Cgia, a rischio usura oltre 176 mila, 1 su 3 al Sud

Ma pure l’asse franco-tedesco – continua Coldiretti – e’ attivo nel campo dei tarocchi alimentari tra Spaghetti Bolognese Torti carbonara rigorosamente transalpini e CambozolaZottarella e (storpiature dei nostri gorgonzola e mozzarella) germanici, cosi’ come Perisecco Meer Secco parenti poveri del vero Prosecco. In Cina, che invade l’Italia di derivati di pomodoro, si preferiscono paradossalmente le passate tricolori, almeno di nome, come il Gino Tomato Paste o il Ciao Doppio Concentrato. Non fanno eccezione paesi come il Messico, dove si fanno i Tortellonis, la Corea del Sud che mette in tavola i Chapagetti o il Sudafrica del Mascarpone e dell’Olio di Oliva Vesuvio. Neppure i turchi disdegnano di fare una mozzarella ma tra i nuovi taroccatori ci sono – aggiunge la Coldiretti – pure i russi, dove per soddisfare la fame di italianita’ dopo l’embargo sui prodotti tricolori e’ nata una fiorente industria tra Parmesan Dolce salame Milano.

La pandemia ha dato ulteriore impulso al consolidato mercato del falso inglese e statunitense, comn kit per fare formaggi e vini e veri e propri orrori come il Chianti Classic, il Romano Cheese, lo Sharp Provolone/Fontina, lo Spicy Thai Pesto e l’immancabile Parmesan. Il risultato e’ che per colpa del cosiddetto “italian sounding” nel mondo – stima la Coldiretti – piu’ due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. Con la lotta al falso Made in Italy a tavola – afferma la Coldiretti – si possono creare ben 300 mila posti di lavoro in Italia. Ma a pesare sull’immagine del Made in Italy a tavola sono anche – denuncia Coldiretti – le ricette dei piu’ famosi piatti della tradizione culinaria ignobilmente storpiati Un esempio sono proprio i ristoranti italiani all’estero dove sono serviti ingredienti Made in Italy taroccati – denuncia Coldiretti – e ad essere portate in tavola sono le piu’ bizzarre versioni delle ricette tradizionali, come l’abitudine belga di usare la panna al posto del pecorino nella carbonara, quella tedesca di impiegare l’olio di semi nella cotoletta alla milanese, quella olandese di non usare il mascarpone nel tiramisu’, fino agli inglesi che vanno pazzi per gli spaghetti alla bolognese che sono del tutto sconosciuti nella citta’ emiliana mentre gli americani utilizzano il parmesan al posto di Parmigiano Reggiano e Grana Padano.

Ma tra le specialita’ piu’ “tradite” ci sono anche – continua la Coldiretti – la tipica caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, mentre non mancano i casi di pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli. Per non parlare poi della pizza che viene offerta nelle versioni piu’ inimmaginabili, da quella hawaiana con l’ananas a quella di pollo. “Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore se dagli accordi venisse un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale che utilizza impropriamente parole, colori, localita’, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “a far esplodere il falso e’ stata paradossalmente la “fame” di Italia all’estero con la proliferazione di imitazioni low cost”.

Tratto da: AffariItaliani.it

Economia Italia Società