Polemica sulle foto della Battaglia per Lamborghini: ”Sono stata massacrata”

Polemica sulle foto della Battaglia per Lamborghini: ”Sono stata massacrata”

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La fotografa annuncia di lasciare il Centro di Fotografia: “Colpita da colleghi e femministe, non vale la pena fare sacrifici”

Si è sollevato un polverone intorno a Letizia Battaglia. La storica fotografa palermitana, riconosciuta a livello internazionale e figura simbolo di Palermo, è finita al centro di una polemica social per via di una campagna culturale per Lamborghini con due bambine da lei ritratte per sponsorizzare il marchio nel capoluogo siciliano. Gli scatti, rilanciati su Facebook dall’azienda automobilistica (poi rimossi dopo le polemiche) e dalla Battaglia, sono stati oggetto di attacchi gratuiti e aspre critiche, anche da parte di colleghi della Battaglia, per via dell’”imbarazzante” accostamento tra bimbe e auto. Ad aggiungersi ai commenti anche la richiesta del sindaco di Palermo Leoluca Orlando di sospendere immediatamente la campagna pubblicitaria in quanto, ha affermato, “il Comune non ha mai autorizzato la campagna della Lamborghini presente sui social con modalità che non condividiamo” aggiungendo poi di aver scoperto i dettagli del progetto fotografico solo “dopo l’avvio della campagna pubblicitaria” perché durante la presentazione “non sono stati forniti”. La fotografa si è vista quindi costretta a rispondere alle accuse chiarendo la versione dei fatti. “Lamborghini mi ha contattato per propormi una campagna culturale, non pubblicitaria, sull’Italia”, ha affermato a Rainews24. “Io non sono una persona che ama il lusso però ho pensato che il lusso c’è ovunque e ci siamo anche noi che non usiamo il lusso e siccome fotografo sempre bambine, e Palermo stessa è per me bambina, ho invitato delle meravigliose creature a posare davanti alla Lamborghini in luoghi di Palermo interessanti”. Scendendo poi nel particolare degli scatti oggetti di polemica Letizia Battaglia ha tenuto a precisare che “le bambine guardano me, danno le spalle alla macchina e la Lamborghini spesso è sfocata. Io non ho voluto fare delle grandi foto – ha sottolineato – ma ho preso in prestito questo invito per fare una specie di piccola provocazione che doveva essere in realtà criticata da Lamborghini e invece non so cosa sia successo”.

A Rainews24 Letizia Battaglia ha infine confermato le voci sulla sua volontà di lasciare il Centro di fotografia ai Cantieri culturali alla Zisa, quello che era il sogno di una vita divenuto realtà e oggi un polo culturale di eccellenza nel quale sono state ospitate mostre di fama internazionale.
“Lascio il primo gennaio il Centro di fotografia. – ha annunciato con un tono di amarezza la fotografa – Mi costa molti sacrifici e anche denaro. Non vale la pena fare tutti questi sacrifici dopo che sono stata massacrata, non ho mai visto nessuno così, colpito anche da colleghi fotografi che ho sempre rispettato. Io che sono femminista e difendo i diritti delle donne sono stata criticata da femministe, è stata una cosa molto cattiva e molto crudele”. Infine durante l’intervista Letizia Battaglia ha parlato anche del sindaco Orlando che si è discostato dall’iniziativa e la inviato una lettera pubblica in cui ha spiegato le ragioni della sua decisione rimarcando però il grande rapporto di amicizia e stima che da lunghi anni condivide con la fotografa. “Io voglio dire che Orlando non si tocca anche se il suo gesto può essere per me discutibile perché mi ha fatto soffrire. Con Orlando ho 40 anni di amicizia, di affetto, di lavoro in città. Si può anche non capire quello che sta succedendo e questo me lo fa anche accettare perché si può sbagliare nel capire e nell’interpretare ma Orlando non si deve toccare e Palermo deve continuare ad essere una città civile. Certamente – ha aggiunto la Battaglia – ci sono anche delle persone strane che non so perché si sono scatenate, forse perché sono donna o perché ho 85 anni o perché ho successo probabilmente e a questa età vorrebbero che una donna faccia la vecchietta. Non so… ma io ho questa energia e continuo a marciarci sopra, questa è la mia storia”.

Tratto da: Antimafiaduemila

Italia