L’allarme della Caritas Bari: ”Dai clan prestiti ai bisognosi”

L’allarme della Caritas Bari: ”Dai clan prestiti ai bisognosi”

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“Da più parti diversi esperti ci stanno mettendo in guardia dal rischio di infiltrazioni mafiose sui territori. La mancanza di denaro è il vuoto su cui lavora la Mafia che punterà a consolidare il suo consenso attraverso forme di assistenzialismo anche con l’elargizione di prestiti”. L’allarme viene lanciato da don Vito Piccinonna, direttore della Caritas diocesana di Bari, in una lettera ai parroci, scritta il 31 luglio e pubblicata sulla pagina facebook della Diocesi.
Il post emergenza Covid-19 è visto con preoccupazione nel capoluogo pugliese e si sottolinea come la Fondazione antiusura abbia registrato “un notevole aumento di usurai che quasi presidiando i nostri territori si presentano come “benefattori” di tante famiglie e piccole e medie imprese che fanno fatica ad andare avanti”. Per questo motivo, don Vito ha suggerito ai parroci di pensare “a momenti di sensibilizzazione all’interno delle nostre comunità durante i quali invitare i cittadini a ricorrere a forme di credito lecite e legali in caso di difficoltà economiche”.
“Chiedo la cortesia che nei centri di ascolto possiate inserire nuove persone, anche più giovani, magari qualche professionista che, in maniera gratuita, sappia sostenere anche problemi specifici”, ha scritto ancora don Vito Piccinonna che ha aggiunto: “Assieme alle giuste preoccupazioni che come pastori condividiamo relativamente alla dimensione liturgica e catechistica, spero non venga meno l’attenzione caritativa che ci ha visti impegnati anche nel tempo dell’emergenza e che sicuramente ci chiederà di riposizionarci in maniera nuova anche dal prossimo autunno”. “I centri di ascolto sempre più siano non (solo) luoghi di distribuzione di alimenti ma spazi e luoghi in cui la gente che ne ha bisogno, in maniera dignitosa, possa essere accolta e ascoltata. Dall’esperienza di ascolto telefonico e non solo – ha concluso – è emersa la presenza di un forte disagio psicologico e la fatica di molti di saper chiedere aiuto. Chiedo la cortesia che nei centri di ascolto possiate inserire nuove persone. Laddove possibile, inoltre, vi invito a coinvolgere sempre di più i servizi sociali del territorio perché solo un approccio sinergico e coordinato può contribuire a rispondere in maniera efficace ai bisogni. Bisogna attenzionare quelle situazioni particolari che potrebbero scivolare in persone e luoghi sbagliati”.

Tratto da: Antimafiaduemila

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