Ero a San Giovanni ieri e vi racconto chi c’era (veramente) in piazza

Ero a San Giovanni ieri e vi racconto chi c’era (veramente) in piazza

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Tempo di lettura: 2 min

Di Agata Iacono

La censura o i maldestri tentativi dei media italiani sulle manifestazioni che hanno riempito le piazze di tutta l’Italia (non solo Roma e Milano, ma anche Genova e Trieste) nella giornata di ieri sono segnali.

Parlando diffusamente delle mobilitazioni per il clima di venerdì a Roma o di quella sempre nella giornata di ieri delle donne a Piazza del Popolo, si cerca di nascondere i fallimentari flop rispetto alle decine di migliaia (si parla di 100.000 a Roma a Piazza San Giovanni) di cittadini che hanno manifestato contro il green pass e contro il governo Draghi.

Derubricare a “quattro fascisti violenti e qualche folle no vax” il tutto però non è possibile più.

Quindi meglio la censura, è la libera informazione bellezza!

Sono stata a piazza San Giovanni.

Ho cercato di guardarmi intorno, di capire chi ci fosse davvero in piazza.

Intanto, devo dire che non si vedeva Piazza San Giovanni così piena, partecipata, dai tempi delle mobilitazioni sindacali del passato ormai remoto.

C’erano moltissime famiglie con i bambini, anziani e giovanissimi, lavoratori e studenti, docenti e operai.

C’erano anche i poliziotti.

Sparsi tra la folla con magliette verdi o blu per riconoscersi.

C’erano medici, insegnanti, dipendenti pubblici e privati, c’erano dirigenti ministeriali. C’erano moltissimi ex attivisti storici del Movimento 5 Stelle, c’erano parlamentari espulsi dal 5 stelle e oggi membri della componente L’Alternativa c’è in Parlamento.

C’erano moltissime associazioni, da quella nata dopo il “suicidio” di De Donno ai vari comitati per le cure domiciliari, c’erano i dipendenti di Alitalia, che ieri hanno bloccato Fiumicino.

Non era una piazza “di destra”, anzi, dal palco sono state lanciate molte frecciate contro Salvini.

Una piazza che ha iniziato cantando canzoni antifasciste di resistenza e ha concluso con El Pueblo Unido cantato a squarciagola, mentre partiva un lunghissimo applauso in onore e ricordo di De Donno.

Le parole chiave sono state Resistenza, Costituzione, Stato di diritto, Lavoro, Dignità.

Dal palco si sono succeduti interventi di medici, economisti, imprenditori, docenti universitari.

Ha parlato anche la vicequestore di Roma, la dottoressa Nunzia Alessandra Schilirò, affermando che il compito delle forze dell’ordine è difendere la Costituzione su cui ha giurato e questo faranno, a qualsiasi costo.

Insomma, non c’è trippa per gatti.

Impossibile strumentalizzare un segnale così chiaro e forte.

Una massa di cittadini che si sono autoconvocati nello stesso giorno in tutta Italia, hanno isolato le provocazioni, per manifestazione pacificamente il proprio dissenso sulle norme imposte da questo indefinibile assembramento di governo che ha esaurotato la democrazia parlamentare e va avanti a colpi di fiducia e propaganda mediatica.

Quindi, meglio censurare e tacere.

Qualsiasi politico che onori il proprio ruolo rappresentativo o di governo dovrebbe almeno porsi qualche domanda.

Se non lo fa si può presupporre che il consenso non lo interessi affatto, che considera la democrazia già un retaggio del passato.

Tratto da: L’Antidiplomatico

Cronaca Italia