INPS: mancano il 16% del personale e il 38% dei medici

INPS: mancano il 16% del personale e il 38% dei medici

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Da un mese all’altro sempre meno personale all’INPS, a seguito delle continue cessazioni per pensionamento. Nonostante le assunzioni del 2018 e 2019 il saldo tra fabbisogno e personale in forza risulta sempre più negativo. A maggio 2021 rispetto al solo mese precedente risultano 157 lavoratori in meno.

Complessivamente, facendo un raffronto con il cosiddetto “fabbisogno sostenibile” risulta una carenza di 3.310 unità, che aumenta a 4.483 se ci si rapporta all’organico teorico, che corrisponde al numero di personale che servirebbe per coprire le esigenze di funzionalità dell’INPS.

Nelle Aree A-B-C, che rappresentano la forza trainante dell’Istituto, mancano 4.147 lavoratori, il 16% del personale previsto nell’organico. Ancora più drammatica la carenza di medici, che supera il 38%, mentre quella dei professionisti del tecnico edilizio raggiungono il 32,6%, i dirigenti il 15% e i professionisti legali il 10%.

Dati allarmanti, a cui l’amministrazione sta cercando di porre rimedio con un Piano triennale di 9.139 assunzioni tra il 2021 e il 2023, sapendo tuttavia che nonostante gli ingressi previsti alla fine del triennio l’INPS avrà una carenza complessiva di almeno 1.778 lavoratori.

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Per garantire la funzionalità dell’Istituto serve innanzitutto una revisione del fabbisogno, che deve essere costruito secondo le reali necessità e non seguendo il concetto di contenimento della spesa del personale.

A seguire serve un piano straordinario di assunzioni di tutte le professionalità necessarie a garantire il buon funzionamento dell’ente, compreso geometri, periti industriali e infermieri, questi ultimi necessari per garantire il funzionamento dei centri medico legali, evitando interventi come quelli recenti con i quali si obbliga il personale alla presenza in servizio di sabato per smaltire l’arretrato e sopperire alle carenze di organico.

Occorre, infine, risolvere all’Aran la questione relativa al nuovo sistema di classificazione, garantendo la possibilità a tutto il personale delle Aree A-B-C di percorrere l’intera carriera, una condizione necessaria non solo per risolvere una volta per tutte il problema del mansionismo, ma anche per favorire l’ingresso di diplomati in INPS senza riprodurre i fenomeni di sfruttamento che da tanti anni contrastiamo. 

Tratto da: Contropiano

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