Il Gioco geopolitico che potrebbe distruggere l’Ucraina e il mondo intero

Il Gioco geopolitico che potrebbe distruggere l’Ucraina e il mondo intero

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Tempo di lettura: 3 min

Di Francesco Ciotti

“Non permetteremo che paesi ex Urss siano nostri nemici … E non permetteremo mai che i nostri territori storici e le persone che ci vivono, che consideriamo vicine, siano usati contro la Russia. E a coloro che cercheranno di farlo, vorrei dire che distruggeranno il loro paese in questo modo”. Sono state queste le parole di Vladimir Putin nell’articolo “Sull’unità storica di russi e ucraini” pubblicate sul sito del Cremlino. Proiezioni che evocano un futuro apocalittico e che lanciano un chiaro ammonimento a quelle forze che hanno trascinato l’Ucraina in un gioco geopolitico finalizzato ad usarla come barriera tra Europa e Russia.
Un messaggio chiaro al presidente Vladimir Zelensky, le cui promesse elettorali evocavano l’instaurazione della pace in tutto il paese, in modo particolare con le autoproclamate repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk. Promesse che però “si sono rivelate bugie”, come ha sottolineato il leader russo.
Perdura ancora la guerra civile nel paese più povero d’Europa; guerra innescata, ricordiamo, a seguito del colpo di stato a Kiev sponsorizzato, finanziato e orchestrato dall’occidente, anche attraverso l’utilizzo di cecchini georgiani, assoldati per sparare sulla folla di piazza Maidan. Un cambio di governo che ha portato al potere forze appartenenti a movimenti neonazisti di chiara matrice anti-russa che non avrebbe potuto non provocare un’insanabile spaccatura nel paese.
La guerra civile ucraina ha provocato oltre 14.000 morti, 1,4 milioni di sfollati e ha lasciato 3,5 milioni di persone senza assistenza umanitaria.
“La Russia ha fatto di tutto per fermare il fratricidio. Sono stati conclusi gli accordi di Minsk, che mirano a una soluzione pacifica del conflitto in Donbass. Sono convinto che non abbiano ancora alternative. In ogni caso, nessuno ha ritirato le proprie firme dal pacchetto di misure di Minsk o dalle corrispondenti dichiarazioni dei leader dei Paesi del Formato Normandia. Nessuno ha avviato la revisione della risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 17 febbraio 2015″, ha osservato il capo di Stato russo.
Solo poche settimane fa, il 21 giugno, le forze dell’esercito ucraino hanno colpito con mortai pesanti il villaggio Staromikhailovka, alle porte di Donetsk, uccidendo tre miliziani sul colpo e ferendone un quarto. L’evento è stato preceduto da numerose violazioni di cessate il fuoco da parte di Kiev, registrate dall’Ocse in questi mesi.
“Sono sempre più convinto che Kiev semplicemente non abbia bisogno del Donbass. In primo luogo, perché gli abitanti di queste regioni non accetteranno mai l’ordine che hanno cercato e cercano di imporre con la forza, con il blocco e le minacce… Passo dopo passo – ha aggiunto – l’Ucraina è stata trascinata in un pericoloso gioco geopolitico, il cui obiettivo è trasformarla in una barriera tra Europa e Russia. Inevitabilmente, è giunto il momento in cui il concetto che l’Ucraina non è la Russia non era più adatto, ma era necessario quello ‘anti-russo’”, ha sottolineato Putin.

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Putin riscrive la legge della giungla geopolitica

È chiaramente la strategia che l’occidente ha alimentato in queste settimane anche attraverso provocazioni di estrema gravità.
L’Ucraina ha partecipato il 7 luglio insieme a 32 nazioni all’esercitazione militare Sea Breeze 2021 nel Mar Nero, che ha coinvolto 5.000 militari, 40 aerei e 32 navi.
Una provocazione che era stata preceduta il 23 giugno, dal passaggio del cacciatorpediniere HMS Defender, attraverso acque contese al largo della Crimea, in territorio russo, deviando il suo percorso solo a seguito dei colpi d’avvertimento lanciati dalla marina e dall’aviazione di Mosca.
L’incidente, secondo documenti attribuiti al Ministero della Difesa britannico, non è stato affatto involontario, ma piuttosto parte di una missione soprannominata Operazione Ditroite, e progettata fin dall’inizio per essere provocatoria, volta ad innescare una risposta russa “assertiva” che avrebbe potenzialmente potuto diventare militarmente offensiva.
Una prospettiva evocata a seguito dell’incidente, anche dal vice ministro degli esteri russo Sergey Ryabkov, nel caso in cui il “rispetto del diritto internazionale” non sia garantito.
Ad aggiungersi all’escalation in corso si sono sovrapposte le esercitazioni Cossak Mace 2021, che si stanno tenendo in queste ore nella regione ucraina di Nikolaev e a cui stanno partecipando circa 2.000 militari e più di 300 unità di equipaggiamento militare provenienti da Ucraina, Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Svezia.
Stando al comunicato delle Forze armate ucraine (AFU): “Saranno messe in atto azioni difensive, seguite da un’offensiva per ripristinare i confini e l’integrità territoriale del Paese che è stato attaccato da uno Stato vicino ostile”, alludendo chiaramente alla Russia.
Continua ad essere dunque artatamente? Alimentato dall’occidente quel gioco geopolitico, che attraverso la consolidata propaganda del nemico russo alle porte, ha trasformato l’Ucraina nell’avamposto di quelle provocazioni, che a ben vedere, potrebbero distruggere non solo il paese interessato, ma trascinare l’Europa o il mondo intero in quello scenario apocalittico.

Trtto da: Antimafiaduemila

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