Elezioni Usa, la mia previsione finale sull’esito del voto

Elezioni Usa, la mia previsione finale sull’esito del voto

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Tempo di lettura: 3 min

di Francesco Gonzaga


Personalmente, ritengo che nelle ultime settimane siano emersi alcuni importanti indicatori che permettano di ritenere assolutamente possibile una conferma del presidente Trump.

Principali temi/situazioni che a mio avviso decideranno le elezioni 2020, a livello nazionale.

  • L’approccio alla pandemia. A livello di comunicazione, Trump nelle ultime settimane ha adottato uno sfrenato ottimismo, a volte in aperta polemica con gli scienziati stessi del governo. A seguito di questo, ritengo che ci sarà una divisione abbastanza netta in gran parte dell’elettorato: Trump tenderà a perdere consensi tra gli anziani, specialmente nei bianchi benestanti, ma nello stesso tempo acquisirà maggior supporto tra le persone giovani e di mezz’età, specialmente nelle minoranze e nelle classi sociali non altolocate.
  • L’andamento della pandemia, attualmente in America. Difficile comprendere appieno i motivi, ma ad oggi, gli USA non sono attraversati da una imponente ondata di ospedalizzazioni da Covid19, al contrario di quanto avviene in tutta Europa. Al momento gli ospedalizzati per Covid sono il 5% del totale ospedalizzati in Usa, in nessuno stato (ad eccezione del North Dakota) si oltrepassa il 15% della campienza, il trend delle ospedalizzazioni non è in aumento a livello nazionale, e in molti stati il numero degli ospedalizzati covid19 è statisticamente nullo. (Florida, per esempio, 4% del totale degli ospedalizzati dello stato). Dati ufficiali, fonte CDC federale.

Al di là delle opinioni, è oggettivo come il dibattito su come contenere la pandemia si svolga su binari differenti e non emergenziali rispetto al teatro europeo.

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Anche e soprattutto a seguito dei due precedenti punti, il recupero economico degli Stati Uniti è, ad oggi, importante. La Fed di Atlanta prevede un Q3 da +36%. Le vendite al dettaglio, su base mensile, sono tornate a livello pre covid, così come il numero di compravendite di immobili. La disoccupazione, seppur lentamente, sta calando. Il piano di sostegno combinato di congresso e Fed, di dimensioni impressionanti, pare dare i suoi frutti. Per molti versi dunque, il “V recovery” propagandato da Trump sta realmente avvenendo.

  • Un effetto elettorale a mio avviso molto sottovalutato da politologi e analisti, è la frattura imponente di approccio al covid tra stati americani con vocazione fortemente turistica, rispetto ad altri. Stati quali Nevada, Florida, Arizona, hanno importanti parti delle loro economie legate al turismo, 365 giorni all’anno. Ritengo dunque che siano gli stati più sensibili alla narrazione ottimistica e anti chiusure di Trump. E si parla di tre stati fondamentali a livello di collegio elettorale.
  • il movimento BLM, e il relativo approccio dei due candidati, si rivelerà importante a mio avviso nella costruzione del consenso elettorale. Biden, con la scelta di Harris e con l’implicito sostegno a BLM, probabilmente guadagnerà consensi nella minoranza afroamericana. In alcuni stati, potrebbe essere un sostegno aggiuntivo che si rivelerà decisivo. Molti elettori bianchi e altolocati dei suburbs però a mio avviso non hanno apprezzato la risposta alle proteste del partito democratico, e grazie a questo, Trump potrebbe mitigare la perdita di consenso in queste classi di età dovuta al suo approccio verso il Covid.
  • Occorre infine ricordare che gli Stati Uniti, prima del covid, viaggiavano ad un livello di crescita economica imponente. Certamente per effetto di molti fattori, ma tra questi, sicuramente anche a causa di una riforma fiscale importante. Da notare che molti degli swing states del sud e sud west degli Stati Uniti crescevano ad un ritmo più elevato del nazionale. Arizona, New Messico, Nevada, Utah, Texas, Florida hanno realizzato performance nell’ordine del +4% annuo di gdp. Più contenuto il boom del midwest. Il rilancio del manifatturiero americano in quell’area è avvenuto solo in parte, in questi anni. In Michigan, le performance economiche dell’ultimo quadriennio sono state ampiamente sotto le medie nazionali.
  • La scelta di Amy Coney Barret come giudice della corte costituzionale a mio avviso si è rivelata una scelta azzeccata del Gop. Trattandosi di una persona di livello, la parte più conservatrice del Gop, che è spesso la “meno Trumpiana”, ha visto le sue richieste pienamente soddisfatte da una nomina di questo profilo.

Tratto da: L’Antidiplomatico

Fonte foto: SkTg24

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