Carlo Palermo: “sono un sopravvissuto alla rivelazione di alcuni segreti di Stato”

Carlo Palermo: “sono un sopravvissuto alla rivelazione di alcuni segreti di Stato”

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Carlo Palermo giudice istruttore prima presso il tribunale di Trento o poi quello di Trapani e oggi avvocato, di fatto è un sopravvissuto di un attentato noto come la strage di Pizzolungo del 2 Aprile 1985. Attentato in cui persero la vita la giovane mamma Barbara Rizzo e i suoi due gemellini Giuseppe e Salvatore Asta di sei anni. Vi proponiamo l’intervista fatta a Palermo dal direttore di Antimafiaduemila Giorgio Bongiovanni, di cui protrete trovare il link del video completo in fondo all’articolo. L’intervista arriva dopo l’uscita del nuovo libro di Palermo dal titolo “La Bestia” edizioni Sperling & Kupfer, in questa pubblicazione vengono ripercorsi tutta una serie di accadimenti che hanno visto il magistrato protagonista in prima persona. Dopo aver lasciato la magistratura nel 90 Palermo ha continuato le indagini sui rapporti tra mafia e istituzioni, dopo 34 anni dell’attentato i numerosi misteri rendevano ormai chiaro che molto probabilmente a volere morto il giudice non fosse solo la mafia.

Consigliamo caldamente a tutti di trovare un oretta abbondante di tempo per guardare l’intervista per intero; la chiarezza espositiva, le conoscenze, l’esperienza personale, la sete di giustizia di Palermo rendono l’intervista un’importante e speciale testimonianza assolutamente da vedere per chi vuole farsi un’idea dell’evolversi delle questioni riguardanti la gestioni del potere soprattutto in Italia dalla metà del secolo scorso fino ad oggi. Noi ve ne diamo un piccolissimo assaggio, riportando un brevissimo spezzone dell’intervista.

Bongiovanni: « lei è un sopravvissuto, da questa mattanza di magitrati. Attraverso le indagini che ha fatto del suo stesso attentato ha capito, c è scritto chiaro nel libro, che questi attentati dove molti suoi colleghi sono stati uccisi sono stati eseguiti da “cosa nostra”, ma in realtà è stata solo il braccio armato di qualcuno. E questo qualcuno come lo possiamo identificare?»

Palermo: «é abbastanza facilmente identificabile perché noi ci siamo posti questo problema quasi 20 anni dopo le ultime stragi che hanno visto l’uccisione di Falcone, Borsellino e tutto ciò che né é seguito nel 93 e nel 94 che ha cambiato la nostra storia. Ma lo abbiamo iniziato a intuire e a capire qualcosa soltanto nel 2008/2010, ma invece non é stato compreso ciò che è accaduto prima, perché? Perché i segreti fino ad oggi, ma a maggior ragione nelle epoche in cui venivano svolte le indagini dai quei magistrati che sono stati eliminati, erano sottoposti a segreto di Stato come sono sottoposti a segreto di Stato tutt’oggi dei fatti a cominciare dalla strage di Portella della Ginestra che é del 1947. Ci troviamo a 70 anni di distanza da allora è ancora si continua a nascondere quello che potrebbe indicare la responsabilità di chi? Cioè che cosa può motivare il nascondimento di prove come i bossoli? Semplicemente i bossoli possono indicare il fatto più semplice e cioè che chi ha sparato non era Giuliano ma erano americani. E questo che cosa avrebbe dovuto e potuto indicare? Che la nostra democrazia non è mai nata, perché noi in Italia quando abbiamo votato per una democrazia democratica e costituzionale in realtà l’abbiamo battezzata con una strage che era diretta e finalizzata a non consentire l’esercizio della democrazia. Perché un partito, il partito comunista, non avrebbe dovuto e ne potuto salire al potere per il semplice motivo che dalla stessa nascita della nuova Repubblica questo stesso nostro paese risultava carente del principio di sovranità dello stato; in quanto l’apparato “stay behind”, l’apparato “gladio” che si é manifestato in Italia tra il 1950 e il 1960 riconducevano al controllo territoriale degli Stati Uniti sulla sovranità dello stato Italiano…»

Link dell’intervista completa: https://youtu.be/_usF4h_iBmk

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