Bielorussia: truppe NATO e bombardieri B-52 Usa vicino al confine

Bielorussia: truppe NATO e bombardieri B-52 Usa vicino al confine

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Nei confronti della Bielorussia, come avviene per altri paesi finiti nel mirino dell’imperialismo, siamo ormai all’accerchiamento politico, mediatico e militare. Ormai pur di destabilizzare il paese e completare il cordone nei confronti della Russia sul fronte occidentale i guerrafondai NATO sembrano disposti a tutto. 

Il ministro della Difesa bielorusso Víktor Jrenin ha dichiarato che il suo paese ha rilevato movimenti di truppe NATO verso i suoi confini. Secondo l’autorità, le truppe della NATO si trovavano in Lituania a circa 15 chilometri dal confine con la Bielorussia.

“Abbiamo visto fino ad oggi che, nel quadro dell’operazione Enhanced Advanced Presence e Operation Atlantic Determination, le truppe NATO si stanno spostando nel territorio adiacente. Nello specifico, c’è un trasferimento al poligono di tiro di Pabrade. a circa 15 km dal nostro confine di Stato”, ha affermato Jrenin dopo aver incontrato il presidente Lukashenko.

Il ministro della Difesa ha espresso preoccupazione quando ha annunciato di aver rilevato non solo movimenti di truppe, ma anche sorvoli di aerei B-52 statunitensi lungo il confine. Secondo l’agenzia di stampa bielorussa BelTA, le truppe Nato rilevate a 15 km dal confine occidentale del Paese sarebbero poi rientrate nelle loro sedi.

Viktor Jrenin ha poi affermato che le forze armate bielorusse continueranno a monitorare da vicino quanto accade nei pressi dei suoi confini per rispondere se necessario.

All’inizio di settembre, la Bielorussia aveva schierato quasi la metà del suo esercito lungo i suoi confini occidentali a causa della minaccia di aggressione militare della NATO.

Da parte sua, la NATO ha negato che le loro manovre siano legate a quanto accaduto in Bielorussia e che svolgono esercitazioni nel Baltico pianificate con largo anticipo.

Bisogna credere a quanto affermano dall’alleanza atlantica? La storia insegna che non ci si può fidare dei guerrafondai statunitensi.

Tratto da: L’Antidiplomatico

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